(Teleborsa) – “La proposta di riforma fiscale approvata dalle commissioni Finanze di Camera e Senato, delinea una profonda rivisitazione del sistema che, a nostro avviso, sta andando avanti in maniera poco organica, con più attenzione alla sensibilità delle variegate anime della maggioranza politica, che non alle effettive esigenze di semplificazione, progressività ed equità che si dovrà configurare”. È quanto afferma Alessandro Mastrocinque, presidente di CAF-Cia, il sistema dei Centri di assistenza fiscale di CIA agricoltori italiani commentando la proposta di riforma fiscale.
Come sottolinea Mastrocinque ad oggi i punti cardine per la riforma sono: “riduzione Irpef per circa 7 milioni di contribuenti che popolano il terzo scaglione di aliquote (38% per redditi da 28.001 fino a 55mila euro); eliminazione dell’Irap (almeno per le imprese più piccole), che sarebbe inglobata nell’Ires; revisione delle aliquote sulle rendite finanziarie per portarle a un livello prossimo alla prima aliquota Irpef (23%); rivisitazione del regime forfettario per le partite Iva con ricavi o compensi fino a 65mila euro; riscrittura degli strumenti per la lotta all’evasione; rafforzamento del fisco ambientale tramite un riordino dei bonus per la riqualificazione degli edifici e aumento della detraibilità Iva per le auto che non inquinano”.
CAF-Cia evidenzia l’assenza dal documento approvato di alcuni elementi essenziali: “riforma del Catasto per rendere i valori più equi e realistici rispetto all’ubicazione e alla tipologia dell’immobile; riforma del sistema della riscossione che ha ampiamente dimostrato tutta la sua inefficienza, provocando montagne di crediti spesso irrecuperabili da parte dello Stato; totale silenzio sul sistema delle detrazioni, auspicando che nessuno voglia toccarle (considerato la loro importanza in termini sociali e di volano per l’economia); detrazioni per carichi di famiglia, considerato l’avvio nel 2022 dell’assegno unico; previsione di un periodo di adeguamento alle nuove regole previsto solo per il regime forfettario per le partite Iva fino a 65mila euro, comprensibile a condizione che poi ci sia un totale rientro all’Irpef”.
“C’è ancora tempo per migliorare, – conclude Mastrocinque – ma non si può riscrivere un regime fiscale senza considerare gli importanti punti che a nostro modo di vedere mancano nel documento approvato. Confidiamo nella capacità di sintesi e visione del Governo, con l’auspico di effettuare una riforma impostata su equità, crescita, e sviluppo e tenga conto delle reali esigenze di tutte le categorie di contribuenti”.