(Teleborsa) – La Commissione europea pubblicherà il 19 ottobre le sue considerazioni sull’impatto economico della pandemia sull’economia europea e le sue implicazioni per le regole di bilancio Ue, mentre lancia un dibattito su come cambiare le regole alla base della moneta unica.
Le regole di bilancio dell’Unione europea, chiamate Patto di stabilità e crescita, pongono limiti all’indebitamento dei Governi per salvaguardare il valore dell’euro. Attualmente, il Patto è sospeso fino al 2023 per dare ai governi spazio di manovra sufficiente a combattere la pandemia di coronavirus.
“La Commissione ha in programma di adottare il 19 ottobre una Comunicazione per esprimere le proprie considerazioni sull’impatto della crisi e le sue implicazioni per una revisione della governance economica”. Lo ha detto il commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni durante la conferenza stampa al termine del Consiglio Ecofin. sottolineando che “è necessario un coinvolgimento vasto ed inclusivo di tutti gli stakeholder, con l’obiettivo di raggiungere consenso sulla strada da seguire in tempo per il 2023″.
“Inquadreremo la discussione con le lezioni da apprendere dalla pandemia”, ha detto Gentiloni. “Presenteremo delle proposte il prossimo anno”, ha aggiunto, facendo notare che, con il patto che tornerà in vigore nel 2023, la finestra di opportunità è limitata.
Gentiloni ha spiegato che una delle questioni che la revisione dovrà prendere in considerazione è come gestire i pesanti debiti pubblici accumulati durante la pandemia dai governi.
Le regole del Patto di stabilità e crescita stabiliscono che i Governi non possono avere deficit di bilancio superiori al 3% del Pil e un debito pubblico non superiore al 60%. Se il debito è più alto, dovrebbe essere ridotto di 1/20 della cifra superiore al 60% ogni anno.
Ma con il debito pubblico medio della zona euro ora al 100% del Pil, va da sè che queste regole non sono più praticabili. Da qui la necessità da parte della Commissione di trovare la giusta sintesi, garantendo al tempo stesso ai mercati che il debito della zona euro sarà sostenibile.
In molti spingono anche per far sì che le nuove regole includano uno status speciale per gli investimenti, in un momento in cui l’Europa si sta lanciando in un programma di ampio respiro per trasformare la propria economia in modo da portare a zero le emissioni di Co2 entro il 2050.
L’Eurocommissario ha anche fissato il timing del piano per la ripresa messo in campo da Bruxelles. Dopo i pre-finanziamenti, già effettuati nel corso degli ultimi due mesi, di gran parte dei Piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) presentati dagli Stati membri, nelle prossime settimane “partirà l’iter per i primi esborsi” della Commissione europea relativi al conseguimento degli obiettivi, e delle tappe intermedie (“milestones”) sul percorso per raggiungerli, nel quadro del “Next Generation Eu”.
Durante la riunione, i ministri finanziari dell’Ue hanno preso atto dell’attuazione già molto avanzata della prima fase del Recovery Plan comunitario: 22 piani nazionali già approvati dalla Commissione, di cui 19 (ultimo, oggi , quello di Malta), approvati anche dal Consiglio Ue, con un esborso del prefinanziamento del 13% effettuato per 16 Stati membri per un totale finora di 51,5 miliardi di euro, e una emissione di euro obbligazioni per finanziare il “Next Generation EU” che ha raccolto finora 54 miliardi di euro sui mercati.