(Teleborsa) – Il Commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni non ha escluso la possibilità di rendere il sistema di finanziamento del Recovery una misura permanente. “Se questo strumento funzionerà e se avremo accordo sulle risorse proprie, per ripagare questo debito comune, allora potremo avere discussioni serie” su questa possibilità. “Ma ora – ha avvertito Gentiloni – quello che è cruciale e è che funzioni e che possa essere ripagato”.
Gentiloni nel corso di un’audizione al Parlamento europeo ha confermato che la Commissione europea completerà le sue raccomandazioni al Consiglio sui Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza “nella seconda parte di giugno”. Ovviamente, ha precisato, le ratifiche degli Stati sull’accordo riguardo alle risorse proprie Ue per ripagare i debiti comuni del fondo sono una precondizione per consentire alla Commissione per procedere a emettere i relativi titoli. Al vaglio di Bruxelles ci sono al momento 14 piani e l’esame coinvolge tutti i servizi della Commissione dove ci sono le competenze su clima e altri aspetti toccati dai piani di Recovery. “Il processo è sulla strada giusta, con tanto lavoro davanti – ha aggiunto Gentiloni – e la necessità una forte cooperazione“.
In merito alle singole missioni da analizzare, il Commissario ha sottolineato che in base alla sua esperienza nelle discussioni con i Paesi sui piani nazionali di ripresa e resilienza, la parte “sulle riforme è la più difficile”. “Ma anche gli obiettivi su tagli alle emissioni e clima sono impegnativi”, ha aggiunto. Quanto ai fondi del Next Generation Eu sono “7-8 gli Stati” che ad oggi “pensano di richiedere prestiti, ma le richieste possono arrivare fino ad agosto 2023” quindi non si può escludere che il numero finale risulti più elevato.