(Teleborsa) – “Anche nel futuro faremo il nostro dovere per esplorare tutte le opportunità che il mercato offre, che non devono essere per forza M&A o l’accorpamento con altre banche”. Lo ha detto il consigliere delegato e DG della Popolare di Sondrio, Mario Pedranzini, nella conferenza stampa dopo l’assemblea che ha deliberato la trasformazione della banca da società cooperativa per azioni in società per azioni. Il manager ha ricordato che la situazione è cambiata rispetto a quando è stata varata la riforma Renzi e tante popolari erano in difficoltà. “Interlocutori al momento non ne abbiamo avuti e non ne abbiamo e tanto meno interlocutori privilegiati. Staremo a vedere cosa succede”, ha aggiunto il presidente Francesco Venosta.
Interpellato su -, Pedranzini ha sottolineato: “Per quanto riguarda Unipol, che è interlocutore e azionista della banca, noi abbiamo un rapporto ultradecennale di collaborazione industriale: siamo partner nella società di assicurazioni Arca Vita, abbiamo lavorato bene nell’interesse di quello che va sotto il nome di bancassicurazione e questo è quanto. Al di questo non possiamo che riferirci alle dichiarazioni che ha fatto l’amministratore delegato di Unipol”.
I vertici dell’istituto lombardo hanno affermato che pensano “di arrivare a una revisione del piano entro il 31 marzo“. “Il piano industriale 2021-2023 è stato superato dal preconsuntivo. Ci stiamo lavorando – ha spiegato consigliere delegato – Quello che porta alla revisione del piano sono i risultati del 2021 che poi riteniamo di poter consolidare nei prossimi anni. Andremo ad attivare alcune leve che hanno dimostrato di dare buoni risultati ma che evidenziano spazi di miglioramento. Non abbiamo mai forzato sugli obiettivi, abbiamo avuto una crescita fisiologica“.
Gli apprezzamenti di Unipol
“Ringrazio, e tutti noi ringraziamo, il dottor Cimbri per le manifestazioni di apprezzamento e di stima che non da ora ha nei confronti della banca, del suo management e della sua amministrazione. Sono dichiarazioni che Cimbri ha fatto anche in pubblico in più occasioni e posso solo dire che lo ringrazio“, ha risposto il presidente a chi gli chiedeva delle recenti dichiarazioni dell’AD di Unipol, il quale ha espresso interesse per la banca valtellinese, più appetibile con la trasformazione in Spa.
“D’altra parte Unipol è per noi un socio estremamente rilevante e prima ancora di diventare socio con questo grado di rilevanza è un soggetto industriale di altissima qualità e standing col quale la banca ha rapporti di collaborazione da molto tempo – ha continuato Venosta – E vorrei dire che queste parole di apprezzamento sono tanto più importanti in quanto vengono da un soggetto qualificato e che ben ci conosce da tempo. Grazie per queste parole”.
Il diritto di recesso
“Per quanto riguarda il diritto di recesso, mi pare che i soci abbiano 15 giorni di tempo per esercitarlo a decorrere dal giorno in cui la delibera viene iscritta nel registro delle imprese – ha dichiarato il presidente della banca – L’iscrizione avverrà nei prossimi giorni. È chiaro che la banca si riserva il pieno utilizzo della facoltà che la legge le attribuisce di non liquidare tutto o in parte o di sospendere la liquidazione per le ragioni che conosciamo”. “Al momento dati numerici non ce ne sono e non abbiamo la possibilità di sapere in anticipo quanti soci si avvarranno di questo diritto. Allo stato la quotazione del titolo è tale da metterci abbastanza tranquilli“, ha aggiunto.
La trasformazione in società Benefit
Il Comitato per l’Autonomia e l’Indipendenza della Banca Popolare di Sondrio “è frutto dell’iniziativa autonoma di alcuni soci che ha registrato un numero interessante di adesioni. La proposta della società Benefit avanzata dal Comitato è una proposta di cui non possiamo non tener conto ma le deliberazioni le prende l’assemblea, non dipende solo dal CdA”, ha detto Venosta. “Noi nei fatti siamo già una società Benefit per come affrontiamo i temi ESG, di governance, per il rispetto per i nostri clienti, per gli azionisti e anche per i nostri debitori”, gli ha fatto eco Pedranzini.
Il ruolo dell’azionariato
“La nostra è una banca popolare per definizione è ad azionariato diffuso, siamo un unicum che non ci ha consentito nel tempo di raggruppare dei soci per definire qualche nocciolo duro di comando. È uno dei punti di forza della nostra banca per quanto riguarda la stabilità. Si possono fare tutti i piani industriali che si voglio ma se non c’è un azionariato stabile che ti sostiene è difficile“. Ha risposto così Pedranzini a una domanda su un possibile nocciolo duro nell’azionariato.
Il presidente, dopo aver sottolineato che “eravamo una banca popolare, speriamo che i valori che ci hanno ispirati vengano mantenuto per il futuro”, ha ricordato che “i patti parasociali li fanno i soci. C’è motivo per sperare che i soci che hanno sostenuto la banca finora continuino a sostenerla. Qualunque cosa succeda nel futuro trovano una banca solida e ben gestita che in 150 anni non ha mai registrato un euro di perdita quindi siamo tranquilli sul nostro operato e abbiamo ragione di ritenere che molti siano disposti a riconoscercelo e a riconoscere che in banca ci sono valori che vanno considerati”.