(Teleborsa) – La prima richiesta di pagamento dell’Italia alla Commissione europea per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) vale 11,5 miliardi di euro in sovvenzioni e 12,6 miliardi di euro in prestiti, per un totale di 24,1 miliardi di euro. Dopo la firma dell’accordo operativo tra l’Italia e la Commissione europea per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, i tempi istituzionali per ottenere il via libera alla prima rata da 24,1 miliardi di euro potranno variare tra i due e i tre mesi. La procedura prevede che il governo possa ora inoltrare la sua prima richiesta di pagamento. Da quel momento la Commissione avrà due mesi per adottare la valutazione preliminare sul conseguimento dei 51 obiettivi previsti quest’anno dal Pnrr. Bisognerà, poi, attendere un mese per il parere del Comitato economico e il via libera definitivo del comitato di esperti. Questa la road map tracciata dall’accordo operativo firmato dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, e dal commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, che apre la strada ai pagamenti destinati all’Italia dal Recovery Fund fino al 2026.
“Il governo ha conseguito i 51 obiettivi del Piano” ha annunciato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ma “questo – ha aggiunto – è solo l’inizio di un lungo processo. C’è bisogno di un impegno quotidiano fino al 2026. Aver conseguito i 51 obiettivi previsti dal Piano è importante, ma non è il momento di adagiarsi per l’obiettivo raggiunto”. Il lavoro – come ha sottolineato Draghi – sarà, infatti, ancora più intenso nei prossimi mesi, visto che già il prossimo anno gli obiettivi raddoppiano. Nel 2022 ne andranno centrati altri 102, di cui 66 riforme, per incassare i 40 miliardi stabiliti.
I primi fondi dovrebbero arrivare al più tardi entro marzo. L’Italia potrà usufruire, nel frattempo, delle risorse del fondo di rotazione creato per evitare rallentamenti in attesa delle nuove tranche. La prima rata ufficiale da circa 25 miliardi, di cui Roma ha già avuto un anticipo del 13%, comprenderà 11,5 miliardi di grant e 12,6 miliardi di loan e servirà a portare avanti i 47 progetti del primo semestre, 47, che, una volta superato il check di Bruxelles, sbloccheranno la seconda rata da 19 miliardi.
LE RIFORME PREVISTE NEL 2022 – Il Pnrr – secondo quanto emerge dalla bozza di relazione al Parlamento – prevede l’approvazione di 66 riforme nel 2022: 23 con atti legislativi e 43 contatti normativi secondari, concentrati per lo più nel secondo trimestre dell’anno. Nel dettaglio, entro il 30 giugno 2022 sono previste la riforma della carriera degli insegnanti e la delega sul codice appalti pubblici. Entro il 31 dicembre: un sistema di formazione di qualità per le scuole; un sistema di certificazione della parità di genere e meccanismi di incentivazione per le imprese; la legge annuale sulla concorrenza 2021. Su 520 obiettivi del Pnrr, 154 sono riforme di cui 59 leggi.