(Teleborsa) – Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha presentato alla Camera il Recovery Plan che verrà inviato a Bruxelles entro il 30 aprile. “Sbaglieremmo tutti a pensare che il Pnrr pur nella sua storica importanza sia solo un insieme di progetti, di numeri, scadenze, obiettivi. Nell’insieme dei programmi c’è anche e soprattutto il destino del Paese”, ha esordito Draghi di fronte ai deputati.
Nel Pnrr c’è “la misura di quello che sarà il suo ruolo nella comunità internazionale, la sua credibilità e reputazione come fondatore Ue e protagonista del mondo occidentale. E’ questione non solo di reddito e benessere, ma di valori civili e sentimenti che nessun numero e nessuna tabella potrà mai rappresentare – ha aggiunto – Dico questo perché sia chiaro che nel realizzare i progetti, ritardi, inefficienze e miopi visioni di parte peseranno sulle nostre vite soprattutto su quelle dei più deboli, i figli e nipoti e forse non ci sarà più tempo per porvi rimedio”.
Draghi ha sottolineato gli obiettivi del Piano, distinguendoli in quelli di breve periodo – “riparare i danni della pandemia, che ci ha colpito più dei nostri vicini europei: il PIL caduto è dell’ 8,7%, i giovani e le donne hanno sofferto di più il calo dell’occupazione, le misure di sostegno hanno attutito l’impatto sociale ma questo si è sentito sulle fasce più deboli” – da quelli di medio e lungo termine che mirano ad affrontare alcune debolezze “che affliggono la nostra economia e la nostra società da decenni: i perduranti divari territoriali, le disparità di genere, la debole crescita della produttività e il basso investimento in capitale umano e fisico”. A cui si aggiunge quello di “dare impulso a una compiuta transizione ecologica“.
Draghi ha sottolineato che nei prossimi anni saranno a disposizione del Paese complessivamente 248 miliardi. Oltre al Pnrr da 191,5 miliardi e al Piano complementare da 30,6 miliardi “sono stati stanziati, inoltre, entro il 2032, ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche – ha spiegato il presidente del Consiglio – È poi previsto il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, utilizzate nell’ambito del dispositivo europeo per il potenziamento dei progetti ivi previsti per 15,5 miliardi.Nel complesso potremo disporre di circa 248 miliardi di euro. A tali risorse, si aggiungono poi quelle rese disponibili dal programma REACT-EU che vengono spese negli anni 2021-2023. Fondi per ulteriori 13 mld”.
Capitolo Governance. Draghi ha spiegato che l’attuazione delle iniziative e delle riforme, oltre alla gestione delle risorse finanziarie, saranno responsabilità dei Ministeri e delle autorità locali “che sono chiamati a uno straordinario impegno”. Il monitoraggio e la rendicontazione invece saranno del Ministero dell’Economia che si occuperà anche dei contatti con la Commissione europea. A Palazzo Chigi invece si insedierà la cabina di regia, “con il compito tra l’altro di interloquire con le amministrazioni responsabili in caso di riscontrate criticità nell’attuazione del Piano”. Il presidente del Consiglio è poi passato a descrivere le missioni e i progetti contenuti nel Piano, ponendo l’accento sulle risorse destinate al Mezzogiorno e alle generazioni più giovani.
“Devo ringraziare questo Parlamento per l’impulso politico che anima tutto il Piano – ha concluso Draghi – l’attenzione ad ambiente, giovani, donne, mezzogiorno che informa ogni intervento è prima di tutto frutto della vostra azione. È con la fiducia che questo appello allo spirito repubblicano verrà ascoltato, e che si tradurrà nella costruzione del nostro futuro, che presento oggi questo Piano al Parlamento”. Il voto della Camera è programmato nella giornata di domani.