(Teleborsa) – “Vorrei concentrarmi su tre elementi specifici tra loro correlati nelle ragioni, e che quindi richiedono di essere affrontati con un approccio integrato e multidimensionale: il calo demografico, l’emergenza educativa, l’esclusione delle donne dal mondo del lavoro e da troppi processi sociali e di leadership”. Lo ha detto la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti durante l’audizione in commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati sottolineando che contro il calo demografico dell’Italia, accentuato dalla pandemia, “risulta essenziale attivare processi di riforma delle politiche lavorative e familiari” e “il Family Act è la prima riforma che risponde a questa esigenza, a sostegno delle famiglie, dei percorsi educativi, della necessità di promuovere lavoro femminile, un welfare paritario tra donne e uomini, e autonomia per i giovani. Auspico quindi un’accelerazione della sua approvazione”.
“Il progetto Next Generation EU (NGEU), voluto dalla Commissione Europea per dare una risposta comune ai danni economici e sociali causati dalla pandemia da Covid-19 – ha proseguito Bonetti – è la grande occasione per l’Italia di mettere in atto riforme e politiche in grado non solo di dare il via alla ripartenza sociale, economica e educativa del nostro Paese dopo la crisi pandemica, ma di progettare un percorso di riforma strutturale e radicale che rilanci l’Italia nelle sfide che avremo davanti nei prossimi anni, affrontando quindi i problemi che sono stati all’origine dei ritardi del Paese, e soprattutto dei suoi profondi squilibri”. ” Le scelte di oggi – ha aggiunto – devono essere primariamente rivolte a rendere migliore questo nostro tempo e contemporaneamente a costruire opportunità di un futuro migliore per le giovani e nuove generazioni, che non possono restare escluse non solo dagli obiettivi del nostro piano ma anche dalla sua fase di costruzione e attuazione. La missione di fondo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono dunque le riforme, che devono consentire di affrontare i nodi strutturali che hanno frenato lo sviluppo italiano per un tempo troppo lungo”.
La Ministra ha quindi confermato che “il Governo sta lavorando per migliorare e completare la bozza di Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza presentata dal precedente esecutivo. In particolare nella necessità di chiarire il quadro di riforme sulla base del quale si vuole dare concretezza e fattibilità alla visione dell’intero piano. Sono state consegnate al Parlamento anche le schede tecniche dei progetti, e gli orientamenti che il Parlamento esprimerà avranno, nonostante i tempi molto stretti, un’importanza fondamentale per arrivare alla stesura definitiva”.
Sul fronte del calo demografico “il PNRR si vuole prefiggere l’obiettivo di restituire opportunità per i giovani e per la loro crescita, incentivare scelte e progetti di vita personali e lavorativi, promuovere lavoro e protagonismo femminile in tutti i settori, sostenere le famiglie e la scelta della genitorialità. In particolare, la parità di genere è definita come asse strategico di tutto il piano, assumendo un ruolo trasversale, il cosiddetto gender mainstreaming, su cui ogni azione dovrà essere valutata ex ante ed ex post”. Per questo “abbiamo deciso di dotare il Paese – ha aggiunto – di una Strategia Nazionale, per sistematizzare un approccio trasversale e integrato volto alla promozione delle pari opportunità e della parità di genere. Il Pnrr deve necessariamente essere parte integrante di questa strategia”.
“C’è un’azione che ritengo particolarmente significativa all’interno del piano, che è quella – ha spiegato il Ministro – inserita nella linea strategica istruzione-ricerca, per la ristrutturazione e la costruzione di nidi e servizi educativi e di cura per la prima infanzia che deve essere garantita su tutto il territorio nazionale almeno per la media europea prevista che è del 33% dell’offerta, In realtà il piano che abbiamo presentato ha una visione più ambiziosa rispetto a questo dato. Il dato attuale della media nazionale è purtroppo del 25,5%. dietro questo dato c’ è però una disparità significativa territoriale. L’obiettivo è di superare nel 2026 il 50%” ciò creerà “400 mila posti di lavoro” .
“Sul piano delle proposte operative – ha ricordato Bonetti, gli interventi finanziati dal piano per quanto riguarda il primo asse: denatalità ed educazione integrano alcune misure strategiche che sono contenute nel Family Act, che comprende l’assegno unico universale per i figli, una riforma paritaria dei congedi parentali, una riforma dei tempi di vita familiare e lavorativa, il sostegno alle famiglie per le spese educative, incentivi al lavoro femminile e all’autonomia per i giovani under35″.