(Teleborsa) – e hanno annunciato di aver presentato alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense i dati di fase 1 per la valutazione di una terza dose del vaccino Covid-19 sviluppato congiuntamente dalle due aziende. I partecipanti allo studio delle due società farmaceutiche hanno ricevuto una dose di richiamo del vaccino da 8 a 9 mesi dopo aver ricevuto la seconda dose. I risultati “mostrano che la terza dose ha suscitato anticorpi neutralizzanti significativamente più alti contro il virus SARS-CoV-2 iniziale rispetto ai livelli osservati dopo la serie primaria a due dosi, nonché contro la variante Beta e la variante Delta”, si legge in una nota congiunta di Pfizer e BioNTech.
Questi dati saranno presentati anche all’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e ad altre autorità di regolamentazione nelle prossime settimane. Una terza dose del vaccino Pfizer-BioNTech non è attualmente autorizzata per un ampio uso negli Stati Uniti, ma solo per gli individui di almeno 12 anni che hanno subito trapianto di organi o a cui sono state diagnosticate condizioni che si ritiene abbiano un livello equivalente di immunocompromissione.
“I dati che abbiamo visto fino ad oggi suggeriscono che una terza dose del nostro vaccino suscita livelli anticorpali che superano significativamente quelli osservati dopo le prime due dosi“, ha affermato Albert Bourla, presidente e amministratore delegato di Pfizer. “Questi dati iniziali indicano che possiamo preservare e persino superare gli alti livelli di protezione contro il virus e le relative varianti utilizzando una terza dose del nostro vaccino – ha detto Ugur Sahin, CEO e co-fondatore di BioNTech – Una dose di richiamo potrebbe aiutare a ridurre i tassi di infezione e malattia nelle persone che sono state precedentemente vaccinate e controllare meglio la diffusione delle varianti del virus“.