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Pensioni, la proposta di Tridico per superare Quota 100

(Teleborsa) – Pensione parziale se si decide di uscire dal mondo del lavoro a 63/64 anni di età – dopo aver maturato almeno 20 anni di contributi –in attesa della pensione completa al raggiungimento dell’età di vecchiaia. La proposta è del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che l’ha presentata in un’audizione presso la Commissione Lavoro della Camera per superare la fine di Quota 100. Un’ipotesi “sostenibile” dal punto di vista finanziario secondo Tridico, con un aggravio di circa 2,5 miliardi per i primi tre anni e risparmi a partire dal 2028. Secondo i calcoli dell’Inps, nel 2022 potrebbero accedere a questo strumento 50mila persone per una spesa di 453 milioni mentre nel 2023 potrebbero accedere 66mila persone per 935 milioni. Costo più sostenuto per gli anni 2024 e 2025 quando a fronte di 160mila uscite la spesa dovrebbe salire oltre 1,1 miliardi.

Oltre al requisito anagrafico – da adeguare alla speranza di vita – e a quello dell’anzianità contributiva minima la proposta Tridico prevede anche il raggiungimento, alla data di accesso alla prestazione, di una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale. La prestazione completa spetta fino al raggiungimento del diritto per la pensione di vecchiaia. La prestazione sarebbe comunque parzialmente cumulabile con redditi da lavoro dipendente e autonomo, e si potrebbero prevedere, ha spiegato il presidente dell’Inps – meccanismi di staffetta generazionale, legati anche a part time. La soluzione sarebbe però incompatibile con trattamenti pensionistici diretti, trattamenti di sostegno al reddito, reddito di cittadinanza, APE sociale e indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale.

Nella legge di Bilancio dovrebbero essere stanziati circa 5 miliardi per il capitolo pensioni, in parte per la rivalutazione degli assegni e in parte per attutire la fine di Quota 100 e continuare a consentire forme di uscita anticipata, non solo attraverso l’ampliamento dell’Ape sociale, con requisiti ridotti rispetto allo ‘scalone’ Fornero. Per le modifiche all’Ape sociale proposte dalla Commissione sui lavori gravosi (proroga fino al 2026, ampliamento della platea per i lavori gravosi e riduzione dei contributi per gli edili da 36 a 30) lo stanziamento necessario ammonterebbe a poco più di un miliardo in tre anni in base alle tabelle presentate dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in una audizione: nel dettaglio, per il 2022 l’aggravio sarebbe di 126,7 milioni, 337,1 nel 2023 e 520,7 nel 2024 per poi salire fino a 805 milioni di euro nel 2026.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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