(Teleborsa) – “L’Italia dovrebbe valutare di rivedere l’adeguatezza del regime forfettario al 15% per i titolari di Partita IVA con redditi fino a 65.000 euro bilanciando l’incoraggiamento allo sviluppo delle PMI con la garanzia all’equità orizzontale del sistema fiscale e la riduzione al minimo dell’elusione fiscale”. Lo ha detto in audizione Pascal Saint-Amans direttore del centro di politica fiscale dell’Ocse in audizione davanti alle Commissioni finanze di Camera e Senato. Secondo l’OCSE il regime forfettario “contrasta in modo significativo” con la progressività “che si applica ai salariati dove viene applicata un’aliquota fino al 41%”
“In Italia il peso del cuneo fiscale sui redditi da lavoro dipendente, che comprende sia le imposte fiscali sia i contributi sociali, è molto alto rispetto agli altri paesi europei questo è un disincentivo all’occupazione”, rileva Saint-Amans sottolineando che “l’Italia dovrebbe ridurre il cuneo proprio per migliorare i livelli di occupazione”. Inoltre – ha proseguito – “la progressività della tassazione sale in maniera molto forte sui redditi medi. Non avete, ad esempio come in Francia un’aliquota zero ma si parte subito con aliquote piuttosto alte”
“L’annullarsi delle detrazioni fiscali e dei crediti d’imposta sopra un certo livello di reddito crea delle aliquote fiscali effettive, significativamente più alte di quelle legali. Questo determina un disincentivo al lavoro per molti contribuenti”, sottolinea il direttore del centro di politica fiscale dell’Ocse invitando il nostro Paese a “considerare in dettaglio i dati sulla distribuzione del reddito con il l’obiettivo di ridurre al minimo gli ulteriori effetti disincentivanti derivanti dal venir meno delle detrazioni e dei crediti d’imposta”. Per il rappresentante OCSE “una riforma fiscale dovrebbe garantire la progressività della tassazione sui redditi personali “in modo neutrale” rispetto al tipo di reddito e al gettito che ne deriva”.