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OPEC+, rinvio del meeting dopo scontro Arabia Saudita-UAE

(Teleborsa) – I prezzi del petrolio sono aumentati di circa l’1% dopo il rinvio a data da destinarsi del meeting dell’OPEC+ (la formulazione allargata dei produttori di greggio che comprende membri del cartello e membri esterni). L’annuncio per l’aumento della produzione globale, vista la ripartenza della maggior parte delle economie, era atteso per venerdì, ma l’opposizione degli Emirati Arabi Uniti (UAE) ha fatto naufragare le trattative. Tutte le decisioni dell’OPEC+ devono essere infatti prese all’unanimità, e neppure oggi i ministri dei Paesi coinvolti sono riusciti a fare passi avanti.

L’intesa non è stata trovata a causa dell’opposizione degli Emirati Arabi Uniti che, d’accordo ad incrementare l’output di 500 mila barili al giorno da settembre a dicembre, per un totale di 2 milioni aggiuntivi, si sono opposti invece all’estensione del precedente Patto, che conferma i tagli decisi in piena pandemia sino a marzo 2022. Altri membri OPEC+ come Russia ed Arabia Saudita propendevano invece per un prolungamento a tutto il 2022.

Un punto importante del disaccordo degli Emirati Arabi Uniti con gli altri Paesi riguarda la cosiddetta baseline, ovvero il livello di produzione rispetto al quale vengono calcolati i tagli. Abu Dhabi, secondo quanto riporta Reuters, ha investito miliardi di dollari per aumentare la propria capacità produttiva e pensa che la sua baseline fosse già troppo bassa quando l’OPEC+ ha originariamente stretto il suo Patto.

“Il mercato ora teme diversi scenari. Uno è che non ci sia alcun nuovo accordo, con la mancanza di un aumento della produzione da agosto in poi che provoca un aumento dei prezzi del petrolio”, ha affermato Bjarne Schieldrop, capo analista delle materie prime presso SEB AB. “Un altro è che la cooperazione all’interno del gruppo venga meno, ad esempio, con gli Emirati Arabi Uniti che decidono di lasciare il gruppo” portando a un crollo del prezzo del petrolio, ha detto a Bloomberg.

Alle 18.00, i future sul greggio Brent di settembre hanno raggiunto i 76,81 dollari al barile, in rialzo di 0,65 dollari o dello 0,85%. I future sul greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) di agosto scambiano in guadagno di 0,76 dollari, o dell’1,01%, a 75,92 dollari al barile.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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