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MotorK, Marlia: IPO ad Amsterdam scelta giusta, continueremo con acquisizioni

(Teleborsa) – L’obiettivo dichiarato è quello di digitalizzare il settore del retail automotive nell’area EMEA, continuando a conquistare quote di mercato grazie a crescita organica e acquisizioni di altre società. Per raggiungere questo scopo, ha deciso di quotarsi in Borsa e il 5 novembre 2021 è sbarcata su Euronext Amsterdam. La piattaforma SaaS cloud based dell’azienda è oggi utilizzata per gestire la presenza digitale di piccoli rivenditori indipendente multimarca, ma anche per supportare le attività di vendita e marketing di concessionari ufficiali in tutta l’area EMEA. Il mercato in cui MotorK si muove è però altamente frammentato e la società intende porsi come protagonista del suo consolidamento. Da questo punto di vista la quotazione è solo il punto di partenza, con i proventi dell’IPO che saranno destinati ad attività di ricerca e sviluppo, investimenti in sales e marketing e per sostenere la strategia di acquisizioni. Il processo che ha portato il management della società a suonare il gong di apertura della Borsa di Amsterdam “non è stato una passeggiata, ci abbiamo messo un sacco di lavoro e di sforzi, ma devo dire che è stato un percorso molto interessante e istruttivo”, ha detto in un’intervista a Teleborsa Marco Marlia, CEO e co-fondatore di MotorK.

Siete nati in Italia e avete oggi uffici in diversi Paesi europei, perché avete scelto Amsterdam per la quotazione in Borsa?

“Dopo lunghe discussioni abbiamo deciso di quotarci su Euronext Amsterdam perché secondo noi era il giusto messaggio per tutti gli stakeholder, tra cui i nostri clienti, in quanto lavoriamo molto con le case automobilistiche. La nostra ambizione è consolidare il settore a livello di territorio europeo ed EMEA, in quanto oggi è un ecosistema molto frammentato, e quindi Amsterdam ci è sembrata la piazza che raccontasse meglio la nostra storia e le nostre ambizioni”.

Durante il processo di quotazione avete però dovuto abbassare il prezzo di collocamento. Gli investitori non hanno colto tutto il vostro potenziale?

“Credo che gli investitori abbiano capito il nostro potenziale, ma il mercato di oggi non è lo stesso di tre mesi. Abbiamo trovato quello che in molti ci hanno testimoniato, ovvero una certa IPO fatigue. Chi compra (e comprerà) MotorK non lo fa per avere una plusvalenza di breve termine, ma perché crede che siamo un’azienda che è cresciuta molto, nonostante i drammatici impatti del Covid sul settore, e che adesso – con nuovi capitali e l’execution che abbiamo già dimostrato – può continuare a fare bene in futuro. Tutti gli investitori che hanno scelto di stare con noi per il lungo termine avranno delle soddisfazioni”.

Come impiegherete i proventi dell’IPO?

“Una società nella nostra fase aveva molteplici opportunità, tra cui l’ingresso del private equity. Abbiamo scelto la quotazione per una serie di motivi strutturali, che vanno al di là della raccolta dell’IPO. Per quanto riguarda i fondi raccolti, noi vediamo tre direttrici principali sulle quali verranno utilizzati. Sicuramente faremo crescere il nostro team di ricerca e sviluppo, perché l’arena competitiva si sta alzando di livello in Europa: quello che che i nostri competitor locali riuscivano a fare nel loro territorio sta diventando sempre più difficile da portare avanti. La seconda direzione è la scala geografica: oggi le case produttrici lavorano a livello regionale, quindi per supportarle dobbiamo aver una presenza europea, che non vuol dire aprire uffici in 50 Paesi, ma avere un approccio in cui abbiamo degli hub che riescano a darci da un lato la scalabilità e dall’altro la vicinanza al cliente. La terza direttrice è legata al mercato molto frammentato in cui operiamo, in cui abbiamo centinaia di competitor in Europea, e quindi le acquisizioni continueranno a essere un punto fondamentale del nostro percorso”.

A che società guardate per proseguire la crescita su linee esterne?

“Nella maggior parte dei casi guardiamo ad aziende che hanno una presenza in una geografia che ci interessa, che hanno alcuni prodotti sovrapponibili ai nostri e che hanno un paniere di clienti che è in linea con la nostra clientela. Noi la maggior parte delle volte acquisiamo la loro clientela, insieme al team dell’azienda, e le passiamo nella nostra piattaforma. Potrebbe capitare, in 1 caso su 10, di comprare società con prodotti a noi complementari e in quel caso potremmo guardare se quei prodotti hanno un buon fit con la nostra piattaforma complessiva e come opportunità per allargare la nostra offerta”.

Per la crescita guardate anche fuori dal mercato EMEA?

“No, credo che sia ragionevole aspettarsi che resteremo in EMEA per il medio termine, comunque un mercato di circa 5 miliardi di euro di potenziali ricavi. Quindi MotorK, che ha una guidance per l’anno prossimo di 45-47 milioni di euro, pesa per circa l’1%. Abbiamo tanto da fare in questa area prima di crescere in luoghi diversi. Inoltre, l’Europa in questo settore non è affatto indietro rispetto agli Stati Uniti, quindi abbiamo davvero l’opportunità di creare qualcosa di grande”.

Qual è la ricezione dei vostri prodotti innovativi nel mercato italiano?

“I concessionari italiani sono assolutamente innovatori, non c’è nessun motivo per cui l’Italia su questo debba essere seconda in Europa. Quando entri in un concessionario in Portogallo, in Grecia o in Norvegia hai un’esperienza abbastanza simile, non bisogna aspettarsi Paesi molto più indietro. Questo è dovuto al fatto che le case automobilistiche hanno degli standard di strategie e di marketing simili. In Italia vediamo quindi una significativa possibilità di avere dei partner di livello che ci aiuteranno a costruire i prodotti di domani”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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