(Teleborsa) – Il tetto di 240mila euro fissato nel 2014 per i vertici della Pubblica amministrazione potrà essere superato adeguandosi agli incrementi previsti dai rinnovi contrattuali. È quanto prevede un emendamento alla legge di Bilancio, approvato in Senato nel corso dell’esame della manovra.
La misura vale anche per le aziende partecipate non quotate. In questo modo chi fra i dirigenti ha da anni la retribuzione ferma potrà vedersi aumentare lo stipendio nella stessa percentuale del resto del personale del proprio comparto. La misura è destinata ad avere effetti dal 2023 e non sarà annuale perché sarà fatta sulla base del rinnovo dei contratti.