(Teleborsa) – La Corte dei Conti ha espresso un giudizio negativo su Aria Spa, azienda di Regione Lombardia al centro delle recenti polemiche sulla prenotazione delle vaccinazioni e alla quale il presidente Attilio Fontana ha cambiato i vertici e chiesto al consiglio di amministrazione di dimettersi.
L’analisi della Corte dei Conti si è concentrata su due aree principali, l’assetto societario e la gestione degli acquisti di beni e servizi sanitari in Lombardia (tra il 2019 e il primo semestre del 2020). Un fattore critico trasversale riguarda l’inadeguatezza del sistema informativo di Aria in relazione agli obiettivi strategici ad essa assegnati, sottolinea la relazione, che entra poi più nello specifico.
“L’istruttoria ha mostrato uno scarto significativo tra il modello organizzativo adottato da Aria e le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili, rilevando altresì criticità relative ad una molteplicità di discipline contrattuali, all’incremento del personale attribuito agli uffici di staff, al mancato rispetto del principio di onnicomprensività del trattamento economico dirigenziale, all’affidamento di incarichi esterni per servizi legali, e al ricorso eccessivo alle consulenze“, si legge in una nota della Corte dei Conti che riassume le 319 pagine della relazione.
“La Regione, in veste di principale committente di Aria – continua il documento – dovrebbe acquisire dalla società, all’atto di ogni affidamento, la curva del carico di lavoro in corso e la dimostrazione dell’impatto che il nuovo lavoro può avere sulle unità operative, al fine di accertare la reale capacità della società di svolgere la commessa, senza creare danni o ritardi ai progetti avviati”.
Gli strumenti che servono a incrementare la quota della spesa centralizzata, “si rivelano caratterizzati dalla strutturale mancanza di processi, strumenti e metodologie adeguati allo scopo” e nemmeno il monitoraggio degli acquisti sanitari “risulta sufficientemente presidiato dal sistema di raccolta attualmente in uso, strutturalmente inadeguato a fornire dati di buona qualità“.
L’organo sottolinea che a fronte di una media degli acquisti programmati tramite Aria vicina al 70% del totale, l’istruttoria sui dati di bilancio ha rivelato che gli acquisti effettivi tramite il canale centralizzato non superano il 36% e che la quota residuale degli acquisti “è gestita in maniera frammentaria ed autonoma, con possibili diseconomicità ed inefficienze”. L’istruttoria ha inoltre mostrato un’elevata incidenza degli acquisti non soggetti a gara per circa un miliardo di euro.