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Lavoro, effetto smart working: in calo infortuni in itinere

(Teleborsa) – Il massiccio ricorso al lavoro agile, al tempo del Covid-19, ha provocato alcuni mutamenti nel mercato occupazione, e evidenti son quelli sul fronte della sicurezza degli addetti: innanzitutto, “il 2020 segna inconfutabilmente un’inversione di tendenza rispetto al numero degli infortuni in itinere (quelli che avvengono nel tragitto tra l’abitazione ed il luogo in cui si svolgono le mansioni, ndr) sul totale complessivo (100.000 denunce nel 2019, poco più di 62.000 nel 2020, registrando un decremento del 38,3% e portando l’incidenza dei casi in itinere sul totale dal 15,7% all’11,2%) e, soprattutto, dell’incidenza di questa voce sul totale in termini di mortalità sul lavoro (28,1% nel 2019, 16,8% nel 2020) dopo anni di crescita”.

Lo si legge nella nuova ricerca della Fondazione studi dei consulenti del lavoro “Salute e sicurezza sul lavoro nella pandemia: nuovi rischi e prospettive di evoluzione dei modelli di gestione”, che sarà illustrata domani, 20 maggio 2021, durante il Forum annuale della sicurezza sul lavoro della categoria professionale.

L’indagine mette pure in risalto come, stando in casa, “il 48,3% degli smart workers già lamenta disturbi e problemi fisici legati all’inadeguatezza delle postazioni domestiche; problematiche a cui si aggiungono elementi di possibile disagio dell’attività da remoto come l’aumento dello stress, collegato ai tempi di lavoro dilatati e dall’ansia da prestazione (49,7%), dall’indebolimento delle relazioni aziendali (49,7%), dalla paura di marginalizzazione (47%) e dalla disaffezione verso il lavoro (39,9%)”.

(Foto: © Jozef Polc/123RF)


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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