(Teleborsa) – “Predisporre tutti gli strumenti tecnologici necessari ad eliminare le barriere per essere di supporto alle persone con disabilità”. Questo, come ha spiegato Silvana Ceravolo, head of Global Industrial relations Welfare & Wellbeing di Enel, aprendo il convegno on line “Includere le competenze”, l’obiettivo di L’evento che ha celebrato le azioni portate avanti dall’azienda sul fronte dell’inclusione è stato anche l’occasione per presentare il nuovo numero della rivista “DiverCity Magazine” dedicato proprio alle skills, ovvero alle diverse competenze che ognuno può mettere in campo, per “provare raccontare il talento ovunque esso si trovi, da dovunque provenga”.
“Sono stati avviati molti progetti e altri sono in cantiere. L’inclusione – ha proseguito Ceravolo – è parte del DNA dell’Enel. Molto si sta facendo ma c’è ancora una sfida da porsi in questa tematica: una sfida culturale che porti a raggiungere la consapevolezza che ciò che conta nelle persone sono le competenze e non le disabilità. Il mio auspicio è che questa consapevolezza venga acquisita presto da tutti noi, a tutti i livelli”.
Centrale è stato l’intervento di Fabio Bosatelli, head of global renewables O&M robotization di Enel. Sordo dalla nascita, Bosatelli, oggi trentenne, ha trasformato il suo limite in una sfida arrivando – dopo due lauree magistrali, un mba e vari ruoli in maintenance, procurement e finance nell’hydro – ad essere responsabile delle attività robotizzate, data driven e di predittiva per operation and maintenance a livello globale in Enel Green Power. “Sono sordo dalla nascita e per me – ha raccontato Bosatelli – questo limite ha sempre rappresentato una sfida da superare. Noi non ci siamo limitati a includere le competenze ma le abbiamo integrate e potenziate. Per noi ogni persona rappresenta un valore: la includiamo, favoriamo la sua diversità e la integriamo. La disabilità rappresenta un limite ma riconoscerlo è il punto di partenza per includere e migliorare”. Per riuscire in questa sfida Bosatelli è stato assistito dalla tecnologia grazie allo sviluppo di un’app che consente la trascrizione dal parlato allo scritto in tempo reale che, in ambito lavorativo, gli ha permesso di superare l’ostacolo delle comunicazioni a distanza. Uno strumento che Enel punta a mettere al servizio anche di clienti e stakeholder.
Andrea Depalo, founder and inventor di Avanchair, con Enel ha invece creato una connessione virtuosa a partire da un’idea di cui l’azienda ha saputo vedere la positività sia sul fronte dell’inclusione che a livello di business. “Avanchair – ha spiegato Depalo – nasce come sedia a rotelle a elevata automazione con l’idea di integrare in essa un sistema che faciliti il trasferimento della persona aiutandola a salire sulla sedia a rotelle e a scendere dalla stessa in autonomia. Il nostro prototipo mira a favorire quelle piccole azioni quotidiane come andare in bagno o mettersi a letto. Questa sedia, grazie a dei movimenti verticali e laterali, consente alla persona di avvicinarsi alla superficie che deve raggiungere e ad effettuare il trasferimento in autonomia. Quando ciò non è possibile il movimento della sedia rende più facile per il caregiver spostare la persona. Con Enel è nata una collaborazione virtuosa che si è sviluppata su più campi”. Una collaborazione che – come ha raccontato Depalo – è partita grazie a un incontro con Ernesto Ciorra, direttore Funzione Innovability (Innovazione e Sostenibilità) del Gruppo Enel. Da tale incontro è nato il progetto di un adattatore che permette di ricaricare le sedie a rotelle tramite le colonnine Enel X. “La nostra startup – ha proseguito Depalo – è stata in seguito accelerata dagli Enel Innovation Hub che ci hanno permesso di creare un solido business plan della nostra idea. Ho voluto creare una startup, al posto dell’ennesima onlus, sia per mettermi alla prova con quello che è il mondo del lavoro – non relegando la figura della persona con disabilità sempre al no profit – sia per dare lavoro in futuro alle persone con disabilità grazie alla startup. Sono così riuscito a uscire dall’ottica dell’assistenza per entrare in quella di empowerment. Enel è stata anche mentor e partner della nostra recente campagna di crowdfunding che si è chiusa domenica scorsa in over budget per sviluppare quello che sarà il prototipo definitivo della sedia partendo dal nostro dimostratore tecnologico. Enel ha saputo accogliere la mia vision e la mia idea e ha saputo supportarla camminando insieme a noi”.
Tra gli ospiti dell’evento anche Annamaria Bottero, customer success director di Microsoft, azienda molto attiva sul fornte della diversity inclusion che con Enel collabora da anni. “Consentire a tutte le persone e a tutte le organizzazioni del mondo di fare di più con la nostra tecnologia costruendo delle piattaforme che aumentino le abilità di ciascuno di noi e riducendo, così, il divide della disabilità. Questa – ha affermato Bottero – è la mission di Microsoft. Non è soltanto una questione di valori ma costruire dei team includendo le diversità di ognuno è anche un modello di business vincente”.
“Quando ho preso la responsabilità dell’unità che si occupa di Diversity inclusion di Enel – ha concluso Maria Luisa Marino, head of People care and Diversity management di Enel – la prima riflessione è stata quella legata al paradgima ‘sostenibilità uguale valore’ allargata al concetto ‘anche inclusione è uguale valore’. Nell’omologazione non c’è, infatti, innovazione e senza innovazione non si può creare valore sostenibile. In tale scenario l’inclusione delle diversità e la loro integrazione sono elementi per noi essenziali. Guardiamo all’altro per quello che può dare e non evidenziando ciò che manca, andando a cercare il talento in tutte le persone e creando dei contesti inclusivi in cui ogni persona sia libera e in condizione di sviluppare il proprio talento. Questo significa creare un contesto inclusivo, accogliente e non giudicante”.
L’evento è stato moderato da Valentina Dolciotti, editorial director di DiverCity Magazine.