(Teleborsa) – L’eurozona è meno vulnerabile alla variante Delta del coronavirus rispetto ad altre importanti aree del mondo. Lo sostiene una nuova ricerca di , dove si elencano tre motivi principali per questo giudizio: gli alti tassi di vaccinazione; il fatto che l’area euro rimane indietro nella ripresa dalla pandemia, e quindi con un potenziale di recupero significativamente maggiore rispetto ad altre grandi economie, in particolare in Spagna; un sostegno fiscale più ritardato che altrove, poiché il Recovery Fund sta iniziando solo ora a erogare fondi.
Nonostante queste note positive, la banca statunitense osserva che la crescita dell’area euro ha iniziato a rallentare dopo lo slancio molto forte del secondo trimestre. Perciò ha Goldman Sachs leggermente abbassato la stima per la crescita nel terzo trimestre al 2,3%. “La moderazione della crescita probabilmente riflette il fatto che gran parte della spinta delle riaperture è ormai alle nostre spalle, gli effetti dalla variante delta e una crescita più lenta all’estero”, si legge nella nota firmata da Sven Jari Stehn, capo economista europeo di Goldman Sachs.
Il livello del PIL reale in Germania, Francia e Italia era di circa il 3% inferiore al livello pre-pandemia nel secondo trimestre e fino al 7% in Spagna. “I Paesi europei si distinguono quindi rispetto ad altri con alti livelli di immunità e potenziale di recupero maggiore”, viene sottolineato.
Goldman Sachs mantiene quindi le proprie previsioni per una forte crescita dell’eurozona nel 2021 (+5,4%) e 2022 (+4,4%), entrambe al di sopra del consensus. “Sebbene vediamo un rialzo più limitato rispetto all’inizio dell’anno, rimaniamo costruttivi sulle prospettive dell’attività nell’area euro – scrive Sven Jari Stehn nelle conclusioni – In particolare, la crescita dell’area euro dovrebbe apparire forte su base relativa nel secondo semestre nonostante il rallentamento in atto”.