(Teleborsa) – Il settore del gioco registra un numero significativo di occupati e produce una quota di reddito nazionale importante ma non è rimasto indenne dall’impatto della pandemia. Se nel complesso, nel 2018 il settore delle “Attività riguardanti le lotterie, le scommesse, le case da gioco” contava 9.265 imprese, 42.818 occupati, con un fatturato complessivo di oltre 15 miliardi di euro e un valore aggiunto di oltre 3 miliardi di euro, nel 2020, nonostante la crescita del gioco on line, la spesa complessiva ha, infatti, subito una riduzione del 33,5%. In particolare nel settore del gioco fisico, il più colpito dalle conseguenze del Covid-19, la spesa si è ridotta del 41,7%, con evidenti travasi versi i canali illegali. Di conseguenza, nel 2020 il gettito erariale da gioco ha registrato la più bassa incidenza alle entrate fiscali dal 2006. Questi alcuni dei principali dati che emergono dal Primo Rapporto di ricerca sul settore del Gioco in Italia, presentato oggi a Villa Blanc. Obiettivo dello studio – nato dalla collaborazione tra la Luiss Business School e Ipsos e realizzato con il supporto di Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – è analizzare il fenomeno del gioco ponendo attenzione al caso italiano al fine di comprendere le dinamiche del settore, i comportamenti dei giocatori e i rischi connessi allo sviluppo dei canali illegali.
Nel dettaglio il 75% della diminuzione della spesa del canale fisico – si legge nel rapporto – e` stata determinata dal netto ridimensionamento della spesa in AWP e VLT, che si e` attestata a 4,8 miliardi di euro nel 2020 contro i 10,3 miliardi di euro nel 2019. In forte ribasso anche la spesa per scommesse sportive, virtuali ed ippiche che ha riportato un calo di 453 milioni di euro, equivalenti ad una riduzione del 36% rispetto al 2019. Vistoso sia in termini assoluti che percentuali e` il calo della spesa nelle categorie Lotterie, Lotto e Superenalotto e Bingo che si sono ridotti rispettivamente di 1 miliardo (-19%) e 237 milioni (-53%) di euro.
“La nostra ricerca – ha sottolineato il curatore dello studio Raffaele Oriani, associate dean, Luiss Business School – presenta una fotografia analitica e sistematica del settore. Le evidenze e risultati di tale lavoro potranno costituire una valida base scientifica in vista di eventuali future discussioni sulla regolamentazione della filiera e su un suo sviluppo equilibrato e sostenibile”. Dallo studio emerge, infatti, che il 67,7% della popolazione italiana maggiorenne, ossia 31.350.000 di individui ha effettuato qualche tipo di gioco nel 2020. Sono stati stimati, tuttavia, circa 4,4 milioni di giocatori in canali illegali che rappresentano un universo complesso, all’interno del quale ricadono individui con diverse attitudini e inclinazioni, ma con caratteristiche sociodemografiche più definite. Sono, infatti, prevalentemente uomini (71%) mediamente più giovani del totale dei giocatori e risiedono di più nel Sud e Isole. Il giocatore che gioca in circuiti illegali – spiega lo studio – non è un soggetto ai margini della società, bensì è una persona integrata nel tessuto sociale che ha un’occupazione (72%) e un tenore sopra la media (14%). Il giudizio sul gioco illegale denota una certa indulgenza da parte di molti giocatori: solo 2 italiani su 3 ritengono che si possano avere problemi con la legge, percentuale che scende a 1 su 2 tra i giocatori dei canali illegali. Ma la tolleranza rispetto ai comportamenti illegali sembra essere in contrasto col percepito generale del gioco illegale, che è considerato un problema serio dall’86% degli italiani e persino dal 69% dei giocatori dei canali illegali.
“Lo studio evidenzia diverse dinamiche che meritano l’attenzione di chi è chiamato a riflettere sul futuro del gioco legale – ha dichiarato il presidente di Ipsos, Nando Pagnoncelli –. Abbiamo rilevato più di 4 milioni di giocatori in canali illegali che, a differenza di quanto spesso si pensa, non sono degli individui marginali, ma pienamente inseriti nella vita civile e sociale. Un altro fenomeno che merita attenzione è il gioco legale non consapevole, agito da chi non comprende bene il limite tra legalità e illegalità, fenomeno che osserviamo sia on-line sia off-line. Una strategia comunicativa più efficace sembra essere necessaria per far uscire dall’illegalità questa quota di giocatori”.
“Speriamo di dare presto una legge quadro insieme a Adm, non si può lasciare il settore con regole non certe – ha affermato Claudio Durigon, sottosegretario di Stato al ministero dell’Economia e delle Finanze con delega ai Giochi –. Raccolgo gli auspici che continuano a arrivarmi da diversi fronti sottolineando l’importanza di un momento di incontro, degli “Stati Generali”, allargato a tutti i soggetti del Parlamento e dei ministeri, in autunno, prima della manovra finanziaria. Sarà determinante – ha spiegato il sottosegretario – anche cambiare la mentalità sul settore: bisogna far capire che la regolamentazione del settore è fondamentale e il mio obiettivo è dare una comunicazione diversa. I temi che stiamo dibattendo sono importanti. La sinergia con monopoli, parlamento e Governo sarà fondamentale”. Tra i temi prioritari – per Durigon – figurano “una legge quadro che possa dare una regolamentazione di riferimento per tutto il territorio: stiamo lavorando – ha annunciato – per creare tavoli di confronto con le Regioni, il Ministero degli affari regionali e le altre istituzioni”. Altri temi fondamentali “riguardano le proroghe delle concessioni. Sicuramente – ha concluso il sottosegretario – sarà necessario spostare le scadenze per arrivare alla legge finanziaria che dia anche in questo caso un quadro generale ben definito e con cui trovare una soluzione”.
“Credo che sia assolutamente necessario e indispensabile che si effettui un intervento complessivo sul settore del gioco pubblico, perché per la nostra economia, – ha affermato Livia Pomodoro, presidente Advisory Board del Progetto sul settore del Gioco – è necessario aggiornare ciò che è stato fatto sulla regolamentazione del gioco legale. Oltre a cercare di evitare il maggior numero di rischi per gli utenti – ha concluso l’ex presidente del Tribunale di Milano – è importante renderli consapevoli di ciò che è possibile fare senza incorrere in evoluzioni negative del loro approccio al gioco”.