(Teleborsa) – L’attività della manifattura in Giappone nel mese di giugno ha continuato ad espandersi, anche se a un ritmo inferiore rispetto al mese precedente. L’indice PMI manifatturiero Jibun Bank, pubblicato da IHS Markit, indica un valore di 52,4 punti, in ribasso rispetto ai 53 punti di maggio.
L’indicatore rimane sopra la soglia critica dei 50 punti, che fa da spartiacque tra contrazione e crescita economica, e si confronta con i 51,5 punti attesi dagli analisti. L’afflusso di nuovi ordini è rallentato al minimo in cinque mesi a giugno a causa delle restrizioni per la Covid-19 e delle pressioni sulla catena di approvvigionamento. I continui ritardi nelle consegne hanno messo a dura prova i produttori, con conseguente intensificazione delle pressioni sui prezzi di input, ai massimi da marzo 2011.
“I produttori giapponesi hanno segnalato che il grado di ottimismo per quanto riguarda le prospettive di produzione nei prossimi 12 mesi si è rafforzato nel mese di giugno – ha commentato Usamah Bhatti, economista di IHS Markit – La fiducia sulle prospettive future ha raggiunto il livello più alto dall’inizio della serie nel luglio 2012, con le speranze per la fine della pandemia che prendono piede. Ciò è sostanzialmente in linea con le previsioni di IHS Markit per una crescita della produzione industriale dell’8,8% nel 2021, anche se ciò non consentirà di recuperare tutte le perdite della pandemia”.