(Teleborsa) – “Se vogliamo evitare di ripetere gli errori del passato e una impennata dei fallimenti, dovremo gestire molto attentamente il ritiro delle misure di sostegno all’economia”. Lo ha affermato il Commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni intervenendo allo European Fiscal Board, precisando che “questo significa passare gradualmente da aiuti generalizzati a misure più mirate. Dovremo aumentare gli incentivi all’occupazione, per sostenere la transizione e ridurre i rischi di disoccupazione di lungo termine. E dovremo anche fare la distinzione tra imprese sostenibili e non: una questione non facile”.
“L’analisi economica e gli indicatori di mercato – ha aggiunto – segnalano tassi di interesse che resteranno bassi nel futuro prevedibile, zavorrati dall’eccesso cronico di risparmio rispetto agli investimenti”.
Secondo Gentiloni i Paesi dovrebbero sfruttare la fase attuale di tassi bassi per spingere investimenti e riforme che consentano di ricavare crescita economica da questo debito. “Questo è il fulcro del nostro strumento di Ripresa e resilienza”, il Recovery fund.
“Una vota che la situazione sanitaria sarà tornata pienamente sotto controllo, e che l’economia sarà migliorata in maniera solida, i Paesi membri dovranno realizzare una riduzione graduale e realistica dei livelli di indebitamento. E questo – ha concluso Gentiloni – implicherà livelli adeguati di avanzi primari di bilancio”.
La prossima settimana la Commissione europea – ha proseguito Gentiloni – presenterà nuove linee guida ai Paesi sui conti pubblici e i criteri in base ai quali decidere se riattivare le regole del Patto di Stabilità e di crescita dal 2022. “Bisogna ribadire che nella situazione attuale il rischio di fare troppo poco” a sostegno della ripresa “supera quello di fare troppo” e secondo il commissario europeo un aspetto cruciale della sostenibilità dei debiti, destinati ad aumentare è rappresentato dalla qualità della spesa.
Nel suo intervento allo Europan Fiscal Board, Gentiloni ha citato la distinzione, coniata dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, tra debito “buono” e debito “cattivo”. “Il punto è per cosa usiamo il debito. Se è per finanziare ricerca, istruzione, infrastrutture e ospedali, possiamo ritenerlo debito buono. Se è per finanziare spesa corrente e misure che non hanno effetti sulla capacità produttiva, allora è debito cattivo e la sua sostenibilità verrà messa in questione”.
Quanto alle “nostre regole di Bilancio vanno adattate in modo da migliorare la composizione delle finanze pubbliche e assicurare che il nuovo debito sia debito buono“. E secondo Paolo Gentiloni “dobbiamo riflettere sulla regola del debito”.
Perchè una versione eccessivamente rigorosa di questa regola innesca aggiustamenti drastici prociclici e autolesionistici. Ma al tempo stesso “resta necessario un meccanismo che conduca il debito verso una traiettoria di graduale moderazione”.
Le aree di intervento sulle regole sono diverse e “ci sono margini per cambiarle tramite l’interpretazione. Ma se vogliamo essere più ambiziosi – è il richiamo di Gentiloni a conclusione del suo intervento – non dovremmo escludere modifiche delle regole”, cioè riforme dei trattati.