(Teleborsa) – “Attiva commercio”, la nuova soluzione di Italia per le PMI del commercio, si propone di rispondere a tutte le esigenze delle imprese nel condurre il loro business – continuità, persone, digitalizzazione, semplificazione – ed è pensata “esportando” il know how maturato dalla Compagnia nei suoi 190 anni di storia, alla luce del mutato contesto di riferimento. Lo ha spiegato in una intervista a Teleborsa, Arianna Nardi, Head of Marketing di Generali Italia, parlando della nuova soluzione per le micro-imprese del commercio.
“Attiva commercio” non è propriamente una soluzione assicurativa, è piuttosto un universo di soluzioni per sostenere le imprese in questa fase cruciale. Ci racconta in cosa consiste?
“Il settore di riferimento è estremamente vario – grossista, dettagliante, ambulante – ed è anche diverso per categoria merceologica: abbigliamento, farmacia, elettronica”.
“Il punto fondamentale è che Attiva Commercio consente di proteggere gli asset fondamentali dell’impresa: le attività produttive, le persone, il patrimonio ed i dati. Oggi, facciamo ciò tendendo conto di quello che abbiamo vissuto in questo ultimo anno, riattivandoci rispetto a quelle che sono le forme di protezione dell’imprenditore – prevenzione, servizi, assistenza – per rispondere a quelle che sono le priorità in termini di continuità del business, protezione dei dipendenti, digitalizzazione, semplificazione amministrativa ed anche in alcuni casi, di accompagnamento verso i mercati esteri”.
Possiamo dire che il punto di forza di questa proposta “su misura” per le micro imprese è la consulenza? La capacità di orientare le scelte e seguire passo dopo passo le imprese nel percorso di ripartenza?
“Si, questo è il punto. Abbiamo condensato il know how di 190 anni di storia al fianco delle imprese, proprio per cercare di portare dei modelli già conosciuti nelle grandi e medie imprese a disposizione del dettagliante e del grossista”.
“Ancor di più oggi sono importanti i temi della continuità operativa e la tematica della protezione del mondo digitale e quindi, con esperienze che commutiamo da alti settori, forniamo ad esempio il servizio “disaster recovery”, perché la parola d’ordine, nel caso di un evento che interrompa la capacità produttiva dell’impresa, è riattivare velocemente l’attività, proteggere il fatturato, proteggere i clienti”
“Allo stesso modo, occorre proteggere il patrimonio dei dati e la cultura d’impresa: abbiamo visto imprese che hanno cambiato la loro identità, ad esempio facevano catering ed hanno iniziato a fare corsi di cucina online, spedizioni di ingredienti a casa delle persone. Comincia quindi ad essere più strutturata la necessità di una rete informativa di dati che bisogna proteggere, perché ci sono i dati dei clienti, le fatture digitali, le scadenze e gli ordini”.
“Tutti questi elementi devono essere protetti e monitorati nel tempo, attraverso azioni di prevenzione, come il modulo digitale sicuro, che monitora costantemente l’identità digitale dell’azienda sul web, ma il tema della cyber security, che non è poi così lontana, perché fa parte delle nostre vite”.
“Ecco quindi che si avverte la necessità di riattivare nel più breve tempo possibile reti dati, archivi digitali, piuttosto che proteggere all’interno dell’impresa tutti i device, anche mobili, e di terzi”.