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Fuga dall'Afghanistan, Gentiloni: servono corridoi umanitari e “quote”

(Teleborsa) – Occorre impostare politiche migratorie “con corridoi umanitari e quote” per gli afgani in fuga da Kabul, meccanismi che scongiurino flussi incontrollati e il ritorno dei populismi, evitando di “ripetere schemi che a mio avviso hanno funzionato ma che hanno mille controindicazioni”, come in Turchia. Così il Commissario UE agli Affari economici Paolo Gentiloni. “Alzare muri paradossalmente può avere un effetto pull, evocando grandi flussi migratori che certo ora non ci sono. In futuro potremmo usare anche la direttiva UE di protezione temporanea dei profughi decisa ai tempi dell’intervento in Kossovo. Consente, con una decisione a maggioranza nel Consiglio Ue, di dargli una protezione temporanea di sei mesi. Il rischio di un secondo flusso di profughi c’è”, spiega a la Repubblica.

“Non è ragionevole fare stime. Ma i fenomeni migratori sono inevitabili. Si tratta di scegliere se gestirli in modo legale e organizzato oppure lasciarli alla clandestinità. La Commissione ha già attivato in questi giorni una consultazione sulla disponibilità di quote di accoglienza da parte degli Stati membri e credo che si possa arrivare a cifre significative”, aggiunge parlando di cifre superiori a quelle di 20mila date dal Canada. “Stiamo parlando di decine di migliaia, non di milioni. Il meccanismo inevitabile e’ quello delle quote e dei corridoi umanitari”. I migranti regolari sono necessari alle nostre economie. La clandestinità e l’irregolarità alimentano il populismo, il nazionalismo e il sovranismo”, spiega.

“Non si possono chiudere gli occhi di fronte al fatto che la più importante missione militare della storia della NATO si è conclusa in modo disastroso. Abbiamo di fronte ancora giornate molto delicate e difficili. La situazione a Kabul attorno all’aeroporto non si è ancora normalizzata. Allungando lo sguardo: e’ chiaro che questa sconfitta avrà un impatto geopolitico notevole”, dice l’Eurocommissario, aggiungendo che “è un terribile paradosso ma da questa debacle può scaturire l’ora dell’Europa”.

“La ripresa in corso è migliore del previsto. L’economia sembra aver trovato un modo di coabitare con questa pandemia a bassa intensità. Ed è molto importante che i soldi dei Recovery arrivino adesso, a ripresa avviata. Non verranno usati per la risposta di emergenza ma per investimenti e riforme e qualità della nostra economia futura. L’Italia nel ’22 tornerà ai livelli pre Covid. Ma non puntiamo solo al rimbalzo. Quanto ai fondi bloccati per Polonia e Ungheria ha aggiunto: “Ci sono alcune raccomandazioni fatte sia alla Polonia che all’Ungheria: il rispetto di queste raccomandazioni e’ essenziale per poter autorizzare i fondi del Recovery. Al momento non ci siamo ancora. Abbiamo rinviato più volte. Stiamo discutendo”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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