(Teleborsa) – Anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha rivisto al rialzo le le previsioni di ripresa economica dell’Italia di quest’anno al +5,8% per il 2021, mentre ha confermato la stima di crescita del PIL 2022 al +4,2%. Nel World Economic Outlook pubblicato in occasione delle assemblee autunnali, FMI ha previsto anche una disoccupazione in crescita in Italia: al 10,3% sulla media di quest’anno e all’11,6% il prossimo, sopra la media dell’area euro stimata all’8% quest’anno e all’8,1% nel 2022.
Conti pubblici italiani ancora sotto forte pressione quest’anno, mentre dal 2022 inizieranno a mostrare miglioramenti. Secondo il Fondo monetario internazionale, il deficit di Bilancio, che nel 2019 si era ridotto all’1,6% del PIL e che nel 2020 era balzato al 9,5%, quest’anno salirà ancora toccando un massimo storico del 10,2%. Nel 2022 dovrebbe poi smorzarsi al 4,7% del PIL e più a lungo termine, nel 2026 ridursi al 2,4% del PIL, riportandosi quindi sotto soglia limite prevista nell’attuale versione del Patto di Stabilità Ue, sospeso al momento.
Il debito pubblico intanto, che prima della crisi pandemica e della distruzione di valore da lockdown si attestava al 134,6% del PIL (dato 2019), e che era lievitato al 155,8% lo scorso anno, segnerà solo una limatura al 154,8% del PIL sul 2021, per poi iniziare a moderarsi in maniera più consistente al 150,4% nel 2022. Più a lungo termine, nel 2026 dovrebbe scendere al 146,5% del PIL. Quanto all’inflazione, in Italia continuerà a rafforzarsi anche il prossimo anno, ma senza disancorarsi dalla media dell’area euro. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, dopo il meno 0,1% del 2020 di crisi pandemica, il caro vita risalirà all’1,7% sulla media di quest’anno e poi all’1,8% nel 2022. Più a lungo termine, nel 2026 dovrebbe tornare a moderarsi all’1,4%.
FMI ha ritoccato al ribasso invece le previsioni di crescita economica globale di quest’anno: +5,9% dopo il crollo del 3,1% causato nel 2020 dalla crisi pandemica. Il dato è di 0,1 punti in meno rispetto alle previsioni diffuse a luglio. La stima di crescita 2022 è stata invece confermata al +4,9%. Più marcato – un intero punto percentuale in meno – è stato il taglio operato alle stime di crescita degli Usa, che nel 2021 registreranno un comunque solido più 6% (dopo il -3,4% del 2020). Il dato 2022 è stato all’opposto rivisto al rialzo di 0,3 punti al +5,2%. Sull’area euro, in cui il crollo pandemico era stato molto più ampio (-6,3% nel 2020), il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al rialzo di 0,4 punti la stima di ripresa 2021 al +5% e confermato quella sul 2022 al +4,3%. Sulla Cina, infine, l’unico Paese che nel 2020 era riuscito comunque a crescere, registrando un +2,3% del PIL, sono state limate le previsioni di 0,1 punti sia sulla crescita 2021 (+8%), sia quella 2022 (+5,6%).
“Se il Covid-19 dovesse avere un impatto prolungato sul medio termine, potrebbe ridurre il PIL globale per un cumulato di 5.300 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni” rispetto allo scenario previsionale di base, ha affermato FMI sottolineando che la ripresa globale “prosegue ma perde slancio” e “i rischi sono al rialzo”.
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