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Energia, Bonomi: interventi tampone non sono soluzione a rincari

(Teleborsa) – “Se qualcosa ci ha insegnato questo biennio di pandemia, che ancora non è finita e anzi rialza il livello della sua minaccia con nuove varianti e nuove chiusure in Paesi europei, è che, come Confindustria, dobbiamo affrontare tutte le vecchie e nuove sfide con un grande senso di compattezza e condivisione, innanzitutto al nostro interno”. Questa la considerazione messa nera su bianco dal Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nella lettera di fine anno inviata ai Presidenti delle associazioni aderenti al sistema confindustriale.

“E’ la missione primaria – sottolinea – che considero assegnata alla mia presidenza, un quotidiano esercizio di ascolto nei confronti di voi tutti e un miglioramento dei nostri strumenti interni di compartecipazione a proposte e decisioni. Non è un caso se abbiamo destinato al coordinamento delle proposte delle nostre territoriali del Mezzogiorno uno sforzo straordinario rispetto al passato, più che mai necessario per i gap di sviluppo e reddito in quei territori, e alla peggior condizione delle locali pubbliche amministrazioni, per poter davvero efficacemente scaricare a terra i progetti del PNRR e le relative risorse”. “Tutti insieme, uniti, ce la faremo. Questa è la mia fiducia e il mio augurio per tutti voi per un felice anno nuovo”, termina Bonomi.

Sul tema dei forti rincari dei costi dell’energia Confindustria “ha avviato da mesi un confronto tra i settori produttivi più duramente colpiti dagli aggravi di prezzo, nel tentativo di realizzare incontri operativi con il Governo. Quel che deve essere chiaro a tutti è che interventi tampone, principalmente a vantaggio delle sole utenze residenziali non risolveranno affatto il problema, che si abbatte anche sulle filiere industriali, con il rischio di impatti devastanti sui conti e addirittura sulla continuità produttiva”, sottolinea Bonomi. “Dovrebbe essere più che mai chiaro a tutti – rileva ancora – che il gas è una fonte necessaria proprio nella transizione alle rinnovabili. E per questo occorrerebbe sbloccare l’estrazione di risorse aggiuntive di gas italiane, in modo da raddoppiarne agevolmente la produzione attuale, fino a un terzo e oltre dei consumi industriali annuali. Servirebbero misure europee per la realizzazione di un vero mercato comune del gas, attraverso la costituzione anche di una riserva strategica che oggi, in realtà, non esiste a disposizione dei governi, ma vive di soli meccanismi di conferimenti privati che restano a disposizione di chi li fa. Germania e Francia hanno già adottato misure di contenimento dei costi per le filiere industriali che in Italia ancora mancano”.

Arriva poi un alert sul settore dell’automotive che “rischia impatti catastrofici per l’adozione di un divieto temporalmente ravvicinato ai motori endotermici, come quello annunciato dal Comitato Interministeriale per la transizione energetica. Senza un accompagnamento adeguato, la filiera italiana dell’automotive rischia di esser distrutta, con effetti negativi non solo su centinaia di imprese ma su tutti i loro occupati”.

Piuttosto al ribasso il giudizio sulla manovra: “l’insofferenza crescente dei partiti si è vista soprattutto nella prima Legge di Bilancio, che a nostro avviso avrebbe dovuto essere la prima del ‘ciclo Pnrr’: invece di essere un mattone fondativo della svolta, ha guardato più al breve periodo, di interesse della politica, piuttosto che al medio periodo, d’interesse per la crescita”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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