(Teleborsa) – Il Regolamento ENAC UAS-IT sugli aeromobili a pilotaggio remoto con un focus particolare sugli aspetti di completamento della disciplina comunitaria Reg. EU 2019/947 per favorire l’impiego sul territorio nazionale, per stabilire le norme relative al personale degli operatori e quelle rivolte alle organizzazioni che operano con i droni, e per definire i requisiti applicabili alle operazioni escluse dalla normativa europea. Questi i temi al centro dell’intervento del direttore generale dell’Enac, Alessio Quaranta, al convegno online “L’impiego dei velivoli a pilotaggio remoto in ambito civile – Supporto ad attivita` produttive e servizi, monitoraggio delle infrastrutture critiche e tutela della sicurezza”, organizzato da Sapienza Universita` di Roma e RFI (Rete Ferroviaria Italiana) con il patrocinio di Enac ed Enav.
“I droni oramai appartengono alla nostra vita quotidiana e – ha dichiarato Quaranta – sono gia` perfettamente inseriti operando, sotto la regolamentazione dell’Enac, in innumerevoli attivita` che coprono ambiti istituzionali e di servizio pubblico, oltre che commerciali e industriali. L’Enac, quale Autorita` aeronautica nazionale, promuove lo sviluppo e l’innovazione del settore con uno sguardo attento alle esigenze della societa` e alle tematiche ambientali. L’Ente sta portando avanti il progetto italiano di Air Mobility, insieme al ministero delle Infrastrutture e della Mobilita` Sostenibili, del ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, un modello che contiamo di esportare in Europa. I nostri cieli stanno cambiando: droni, aeromobili con motorizzazioni sostenibili e modelli di mobilita` che sfruttano la terza dimensione. Per supportare la crescita e` fondamentale creare un ecosistema nazionale di cui le istituzioni pubbliche devono costituire il volano. Le recenti ricerche di mercato hanno evidenziato che entro i prossimi dieci anni, nei Paesi maggiormente emergenti, la diffusione delle tecnologie digitali e dell’innovazione tecnologica in generale cambiera` radicalmente il volto della mobilita` e gli aeromobili a pilotaggio remoto sono uno degli elementi cardini di questa rivoluzione. Avere la tecnologia come alleato nei programmi di indirizzo politico e nei piani di sviluppo nazionale e` fondamentale. Per non trovarsi impreparati occorre partire immediatamente creando sinergia tra tutti gli stakeholder istituzionali e industriali, pubblici e privati, in un quadro coerente a livello nazionale, coordinato da chiari indirizzi governativi e linee strategiche, mettendo a frutto l’esperienza e le potenzialita` di tutti gli asset disponibili e dei player operanti in Italia”.
Tra i punti evidenziati da Quaranta figura la presenza nel mondo di milioni i droni impiegati quotidianamente; l’avvento di nuove tipologie di aeromobili, tra cui quelli elettrici; e l’impiego dei mezzi a pilotaggio remoto in nuove operazioni tra cui la logistica e, nel medio futuro, il trasporto passeggeri. In Italia ad oggi – questi alcuni dati forniti dal direttore dell’Enac – sono stati registrati circa 40mila operatori; in Europa per il 2050 si prevedono in circolazione 7 milioni di droni a uso ricreativo e piu` di 400mila per usi professionali; negli Stati Uniti per il 2026 si stima che il settore dei droni commerciali e ricreativi avra` un impatto annuale compreso tra i 31 miliardi di dollari e i 46 miliardi di dollari sul PIL del Paese.
“Trattandosi di un settore dell’aviazione in rapida evoluzione con un notevole potenziale in materia di creazione di posti di lavoro e di crescita economica, la Ue – ha sottolineato Quaranta – ha fissato l’obiettivo di integrare in modo sicuro i mezzi a pilotaggio remoto nello spazio aereo europeo. La Commissione europea prevede, infatti, che entro il 2035 il settore europeo dei droni dara` lavoro direttamente a piu` di 100mila persone; avra` un impatto economico superiore a 10 miliardi di euro all’anno, soprattutto nei servizi”.