(Teleborsa) – Pensare e trattare i rifiuti come risorsa economica, creando un sistema che valorizzi il recupero e il riciclo dei materiali, riduca la quantità destinata alla discarica, incentivi la nascita di nuovi modelli di business e offra quindi nuove opportunità di lavoro “verde”. A questo tema di vitale importanza nella lotta all’inquinamento, IILA e Fondazione Symbola hanno dedicato il quarto Tavolo di dialogo del Foro permanente su Economia Circolare e Città Verdi, un ciclo di appuntamenti mensili con cui contribuire allo sviluppo urbano sostenibile in America latina e in Italia.
L’America Latina produce ogni anno l’11% del totale dei rifiuti a livello globale, circa la metà di questi sono rifiuti solidi urbani. Purtroppo – nonostante un evidente miglioramento nella fase di raccolta – solo il 4,5% degli scarti derivanti da materiali come carta, plastica e vetro viene riciclato. Tenendo presente questo dato, appare non più differibile la necessità di creare un piano di gestione sostenibile dei rifiuti che si basi sul concetto di economia circolare.
“L’America latina sta affrontando con coraggio e determinazione la sfida dello sviluppo urbano sostenibile: molti paesi della regione stanno infatti compiendo scelte innovative in questa direzione e sono estremamente interessati a condividere esperienze di successo che possano ispirare le politiche pubbliche post pandemia. Molti di loro pagano in prima persona l’enorme costo del cambio climatico, che sconvolge i loro territori in maniera drammatica, come sta succedendo ad esempio in Centro America, e sono quindi perfettamente consapevoli della necessita’ di un rapido cambio di modelli di produzione, consumo e stile di vita”, ha affermato Antonella Cavallari, Segretario Generale dell’IILA durante il saluto di apertura dell’evento.
“L’Italia è il paese europeo – ha dichiarato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti pari al 79% con una incidenza più che doppia rispetto alla media UE e ben superiore a tutti gli altri grandi paesi europei. Il recupero di materia nei cicli produttivi permette un risparmio annuo pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate di CO2. La transizione verde avviata dall’Europa con il Next Generation EU contrasta la crisi climatica e rilancia la nostra economia rendendola più a misura d’uomo e per questo più in grado di affrontare il futuro. In Italia l’economia circolare e la green economy tengono insieme competitività, ambiente e coesione sociale, innovazione e tradizioni antiche, empatia e nuove tecnologie, bellezza, capitale umano e legame con i territori. La collaborazione con i Paesi dell’America Latina, cui ci legano culture e radici comuni, può arricchire questa prospettiva e permetterci di valorizzarla al meglio a partire dai nostri reciproci punti di forza”.