(Teleborsa) – Fioccano le critiche delle associazioni dopo la diffusione, nel pomeriggio di oggi, di una bozza preliminare del Dl Sostegno. Dopo il “rischio beffa” paventato da Federmoda anche gli gli altri settori hanno fatto sentire la propria voce.
Forte lo scontento nel settore degli eventi. Secondo Michele Boccardi, presidente di Assoeventi, l’associazione di Confindustria dei settori events, luxury e wedding, decreto Sostegno sembrerebbe, infatti, contenere parametri per il settore matrimoni perfino più penalizzanti dei precedenti decreti Ristori. “Le imprese del Wedding, nel 2020, hanno registrato un calo verticale dei ricavi pari al 95 per cento rispetto al 2019. A causa della giungla dei codici Ateco e dell’utilizzo del mese di aprile 2019 come parametro – spiega Boccardi – la quasi totalità delle nostre imprese non ha potuto beneficiare dei decreti ristori del Governo precedente. Spiace constatare che con il nuovo Governo, nei confronti del quale tutti abbiamo riposto grandi aspettative e fiducia, per quanto riguarda il nostro settore siamo addirittura passati dalla padella alla brace. Abbiamo chiesto al Governo un protocollo sanitario con un piano per le riaperture in sicurezza delle nostre attività, ma ci hanno risposto con l’estensione delle zone rosse. Abbiamo chiesto l’immissione immediata di liquidità, ma ci hanno risposto con un decreto Sostegno che parrebbe contenere parametri perfino più penalizzanti dei precedenti decreti Ristori, ovvero una soglia di ricavi non superiore a 5 milioni di euro nel 2019 e come parametro di riferimento per le perdite subite i mesi di gennaio e febbraio, che sono fra i mesi in cui le nostre attività lavorano abitualmente meno. La bozza del decreto Sostegno che circola è la pietra tombale per il comparto del Wedding. Mi auguro – conclude Boccardi – che il Governo possa invertire la rotta intrapresa perché così ci porta al fallimento”.
Dello stesso avviso Serena Ranieri, presidente di Federmep, la federazione che raccoglie le imprese e i liberi professionisti del settore matrimoni ed eventi privati secondo la quale il modo in cui sarebbero parametrati i ristori nel decreto Sostegno non aiutano il settore matrimoni ed eventi e vanno corretti radicalmente. “Vogliamo sperare che le indiscrezioni che circolano sul decreto Sostegno – dichiara Ranieri – siano solo una bozza. O meglio, uno scherzo. Peraltro di cattivo gusto. Carnevale è finito. Ed è finita anche la pazienza delle cinquantamila imprese e delle centinaia di migliaia di lavoratori del settore ‘matrimoni ed eventi privati’. Gennaio e febbraio, quelli su cui sarebbero parametrati i ristori, sono i mesi in cui le nostre attività, ferme praticamente da un anno, lavorano meno. E come noi, ad esempio, anche le attività nelle città d’arte e quelle del turismo estivo. A trarre benefici da questo criterio saranno essenzialmente le imprese del turismo invernale, per le quali peraltro è previsto un fondo a parte. Non vogliamo guerre tra categorie, ma le forze di governo prendano atto che se non correggeranno radicalmente la norma avranno sulla coscienza migliaia di imprese e di posti di lavoro. Se vogliono confrontarsi per capire cos’è l’economia reale siamo a disposizione sin da ora. A meno che la scelta di gennaio e febbraio non sia un modo furbesco per non aiutare le aziende del nostro e di altri settori. Aziende che non sono decotte, ma che difficilmente riusciranno a reggere l’urto di più di un anno di inattività. Sino ad oggi abbiamo percorso la strada del dialogo e del confronto – conclude – ma se non interverranno radicali modifiche l’esasperazione monterà sempre più”.
Dagli eventi ad alberghi e ristoranti la musica non cambia. Secondo Confindustria Alberghi il decreto Sostegno rischia di tagliare fuori oltre il 50% degli alberghi italiani. “In queste ore – spiega l’Associazione in una nota – stanno girando diverse indiscrezioni sul nuovo provvedimento, con gli aiuti per le imprese che in questi mesi hanno subito gravi perdite di fatturato. Il settore alberghiero è certamente tra quelli più colpiti e purtroppo a tutt’oggi non ancora fuori dalla fase più difficile della crisi”. Come sostiene Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi “la previsione che i sostegni siano erogati solo ad aziende fino ai 5 milioni di fatturato, taglierebbe fuori la metà delle aziende del settore. Va sottolineato che oltre il 48% delle imprese alberghiere italiane ha un fatturato superiore ai 5 milioni. Voglio ricordare – prosegue – che le nostre aziende non hanno avuto i ristori che il precedente Governo aveva disposto in occasione delle chiusure del Natale né altri ristori legati alla chiusura di tutto il turismo della montagna. Sappiamo che il ministro Garavaglia è fortemente impegnato per la salvaguardia del settore e che c’è piena consapevolezza nell’esecutivo, della rilevanza dell’industria alberghiera e del turismo per il rilancio del Paese. È essenziale quindi – conclude Colaiacovo – che le misure disposte tengano conto delle caratteristiche del nostro mondo e prevedano soluzioni urgenti, capaci di supportare efficacemente queste imprese che ricordiamo sono costrette ad un fermo pressoché totale dell’attività ormai da oltre un anno ed ancora oggi sono soggette alle incertezze legate al riconoscimento della nuova disciplina del temporary framework che può condizionare l’efficacia degli aiuti”.
“Quelli previsti dalla bozza del decreto Sostegno – afferma Paolo Bianchini, presidente di Mio Italia, Movimento Imprese Ospitalità – non sono contributi utili ad aiutare gli imprenditori, ma una miseria che non arginerà lo stillicidio dei fallimenti soprattutto per un settore, quello dell’ospitalità a tavola, che vale il 30% del PIL. Mio Italia lo va dicendo da mesi: urgono risarcimenti basati sulle effettive perdite di fatturato sull’intero anno 2020 parametrato al 2019. Punto. Altrimenti si rischia lo scontro sociale”.