(Teleborsa) – La sanzione da 2,5 milioni ricevuta dal Garante per la Privacy “si basa su una vecchia tecnologia non più in uso”. Questa la replica di Deliveroo precisando che “la piattaforma ha già adottato misure correttive”.
“Abbiamo lavorato a stretto contatto con il Garante durante le indagini e crediamo – indica l’azienda – che le conclusioni dell’Autorità non rappresentino il modo in cui Deliveroo oggi lavora con i rider. Si basano su un vecchio sistema per la prenotazione delle sessioni che è stato dismesso nel 2020.
Attualmente stiamo valutando i prossimi passi e tutte le opzioni disponibili, compreso il ricorso”.