(Teleborsa) – Prima Pomigliano, poi il polo Sevel di Atessa: adesso la crisi dei microchip fa slittare anche anche la riapertura di Melfi – il più grande degli stabilimenti del Gruppo Stellantis in Europa – al 13 settembre. Si potrà garantire la produzione soltanto per cinque giorni, poi stop per carenza di componenti elettroniche.
Riconvocare, al più presto, il tavolo nazionale su Stellantis. Questo l’appello al Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e al Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, lanciato dai sindacati dei metalmeccanici. In una lettera, Fiom, Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr chiedono di riconvocare il tavolo insediato a giugno scorso. “Le novità emerse nel frattempo, da ultimo della crisi di approvvigionamento dei semiconduttori che sta determinando una forte criticità negli stabilimenti, richiedono di proseguire – scrivono – il confronto sul futuro piano industriale e di assegnare a tutti gli impianti dai motori all’assemblaggio agli enti di staff una missione produttiva e di attività che garantisca l’occupazione e le prospettive per il futuro”.
Dall’ultimo incontro dello scorso 15 giugno sono intervenute difatti numerose novità che devono essere necessariamente affrontate e approfondite con l’azienda e con il Governo per trovare le migliori soluzioni per garantire il futuro di tutti i lavoratori italiani e le missioni produttive in tutti i siti del nostro Paese”, sottolineano Rocco Palombella, segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm e responsabile del settore auto.
“Fra le principali novità – rilevano – annoveriamo senz’altro l’importante accordo di Melfi del 25 giugno, che prevede la riorganizzazione della fabbrica e la assegnazione di nuovi modelli, l’annuncio di Stellantis della costruzione della Gigafactory a Termoli, che conferma l’impegno nel nostro Paese con importanti investimenti nell’ambito del processo di elettrificazione, e da ultimo l’aggravarsi del problema di approvvigionamento di semiconduttori, già presente nei mesi scorsi, che ora sta paralizzando l’attività produttiva, causando fermate periodiche praticamente in tutti i siti italiani”. “Alla luce di tutto questo – concludono Palombella e Ficco – abbiamo chiesto al Governo di riprendere la discussione e il confronto sul futuro di Stellantis in Italia, di migliaia di lavoratori e di un settore industriale che nei prossimi anni dovrà affrontare una importante sfida rappresentata dalla transizione ecologica” concludono.