(Teleborsa) – I problemi alle catene di approvvigionamento globali, esclusi quelli del settore energetico, si stanno avvicinando al loro picco. Lo sostiene una nuova ricerca di , dove si evidenzia che i prezzi delle azioni delle società che stanno beneficiando del deficit delle catene di approvvigionamento stanno ora sotto-performando, “il che implica che il mercato sta scontando un picco di interruzione”. Secondo gli analisti della banca svizzera, in molti casi la catena di approvvigionamento impiegherà fino al 2023 per normalizzarsi, spostando quindi in avanti le precedenti stime di ritorno alla normalità.
Il rapporto evidenzia, tuttavia, che ci sono alcuni problemi relativi alle catene di approvvigionamento che potrebbero ritardare il picco delle interruzioni. Il primo che viene citato è il costo della spedizione delle merci dalla Cina. “Questo costo è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi mesi” e mancano ancora dati per dire che questo trend sta invertendo la direzione. Gli analisti prevedono che le tariffe diminuiranno dopo il capodanno cinese (febbraio 2022), sebbene “tariffe elevate potrebbero persistere fino alla fine del 2022”. Tra i rischi al ribasso ci sono anche le carenze di semiconduttori, con ripercussioni soprattutto sul settore automotive, e l’aumento dei prezzi energetici.