(Teleborsa) – Ultima giornata della Cop26 di Glasgow ed ultima opportunità per firmare impegni più risolutivi contro il cambiamento climatico. Il presidente Alok Sharma ha espresso la volontà di chiudere presto, ma tutti si attendono una maratona notturna per il comunicato finale o addirittura un prolungamento dei lavori sino a domenica. .
I nodi riguardano la revisione degli impegni per la decarbonizzazione entro il 2022, il mercato globale del carbonio, il Paris Rulebook e la trasparenza dei risultati di decarbonizzazione degli stati. Questi ultimi due punti ancora non definiti.
Resta saldo l’obiettivo di contenere al di sotto di 1,5 gradi il riscaldamento globale dai livelli pre-industriali, così come l’impegno a tagliare le emissioni di anidride carbonica del 45% al 2030 ed arrivare a zero emissioni nette di CO2 intorno alla metà del secolo. Resta anche l’impegno a ridurre le emissioni di gas serra che non sono anidride carbonica e l‘invito all’aggiornamento urgente degli obiettivi di decarbonizzazione, ma sparisce il termine del 2022 presente nella prima bozza.
La seconda bozza di documento finale, pubblicata questa mattina, sollecita inoltre i paesi sviluppati ad “almeno raddoppiare” gli aiuti “per l’adattamento dei paesi in via di sviluppo dal livello corrente al 2025″, ma sparisce il termine del 2023 per l’attivazione del fondo da 100 miliardi a favore dei paesi meno sviluppati.
Fra le altre cose, la seconda bozza contiene anche un invito ai governi ad accelerare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, attraverso “lo sviluppo, l’installazione e la diffusione di tecnologie e l’adozione di politiche per la transizione energetica”, incluso l’aumento delle fonti di generazione pulite, ad eliminare il carbone ed i sussidi alle fonti fossili.
Nella bozza c’è anche una sollecitazione a fornire “un ulteriore sostegno per attività destinate ad affrontare le perdite e i danni associati con gli effetti avversi del cambiamento climatico”- UN fondo “loss & damage” che si aggiunge ai fondi per l’adattamento. Frattanto il rapporto annuale dell’Ipcc, il comitato scientifico sul clima dell’ONU, in uscita ad inizio 2022, che France Press ha anticipato, segnala che serviranno 1.000 miliardi di dollari all’anno da qui al 2050 per i costi di adattamento agli effetti della crisi climatica, con una spesa “considerevolmente più elevata di quello che si stimava precedentemente”.