(Teleborsa) – Giungono segnali negativi da alcuni importanti dati macro cinesi pubblicati stamattina, che indicano una crescita inferiore alle attese della produzione e delle vendite al dettaglio. I dati riflettono il duro approccio di Pechino ai nuovi focolai di coronavirus, ma anche altri fattori come le strozzature della catena di approvvigionamento, la carenza di semiconduttori, le nuove regole per le industrie altamente inquinanti e la crisi del settore immobiliare.
Secondo i dati del Bureau of Statistics cinese, la produzione industriale è cresciuta del 5,3% ad agosto, meno del mese precedente (+6,4%) e del consensus (+5,8%). Si tratta della lettura più debole da luglio 2020. Da inizio anno la produzione segna un +13,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dopo il +14,4% rilevato a luglio.
Crescono sotto le attese anche gli investimenti delle imprese, che segnano un +8,9%, contro il +9% atteso dal mercato e rispetto al +10,3% del mese precedente.
Peggio delle aspettative fanno anche le vendite al dettaglio. I consumi, infatti, registrano sempre ad agosto un incremento del 2,5% su base annua dopo il +8,5% rilevato a luglio. Le stime del mercato erano per una crescita del 7%. Dall’inizio dell’anno fino ad agosto, il dato è salito del 18,15%, in lieve contrazione rispetto al +20,72% del periodo gennaio-luglio.