(Teleborsa) – La società di trasporti con sede a Pechino , spesso chiamata la Uber cinese, ha comunicato che la rimozione della sua applicazione dagli app store in Cina, arrivata domenica su ordine della Cyberspace Administration of China (CAC), potrebbe avere ripercussioni negative sulle sue entrate. Il fulmine a ciel sereno per Didi, e per i suoi investitori, arriva a pochi giorni dalla sua quotazione a Wall Street. Il giro di vite delle autorità cinesi sulle aziende tecnologiche non sembra però volersi fermare: nelle ultime ore anche altre società cinesi quotate negli Stati Uniti si sono trovate oggetto di indagini sulla sicurezza informatica.
Il CAC ha infatti annunciato indagini sulla sicurezza informatica per la società di reclutamento online Zhipin.com e le società di trasporto Huochebang e Yunmanman, che si sono fuse per formare la Full Truck Alliance. Come Didi, (la società che controlla Zhipin.com) e si sono quotate a Wall Street il mese scorso.
Negli scorsi mesi, il caso più eclatante di repressione delle autorità cinesi su un’azienda tecnologica è stato quello che ha riguardato Ant Group. La società fintech del gruppo doveva procedere a una maxi-quotazione sui listini di Shanghai e Hong Kong, prima che le autorità di regolamentazione cinesi le ordinassero di “rettificare le proprie attività“, citando presunte pratiche di concorrenza sleale nel settore Internet del Paese.
Le indagini aperte nei confronti di Didi e delle altre due società aggiungono però una nuova dimensione – quella della sicurezza informatica – a un giro di vite che finora si era concentrato sui temi del fintech e delle norme antitrust. Secondo quanto riporta Bloomberg, il Global Times (quotidiano cinese sostenuto dal Partito Comunista) ha affermato che il modo in cui Didi gestisce i dati rappresenta una minaccia per la privacy individuale e per la sicurezza nazionale, soprattutto perché i suoi due principali azionisti, e , sono stranieri.
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