(Teleborsa) – Sulla fine del blocco dei licenziamenti nell’industria manifatturiera e nell’edilizia, prevista per il 30 giugno, “la mediazione di Draghi è stata molto saggia e molto equilibrata”. Lo ha detto il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, intervenendo al “Forum in Masseria”, sottolineando che “i lavoratori coinvolti dal possibile sblocco sono 4,5 milioni: 4 milioni nella manifattura e mezzo milione nel settore edilizia e lapidei”. Bonomi ha poi ricordato che dal sindacato è arrivato un allarme licenziamento fino a 2 milioni di lavoratori, il che significherebbe che le aziende dell’industria sarebbero pronte a licenziare metà del loro personale. “Quando si vuole fare affermazioni di questo genere – ha aggiunto – si vuole fare paura. Nella manifattura non abbiamo problemi di licenziamenti”.
Con il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, “ho personalmente un ottimo rapporto. Ho avuto una divergenza di idee su un decreto molto sensibile. La politica può scegliere, ma nel lavoro un confronto è utile per tutti”.
Sempre sul tema licenziamenti: “Siamo in fase di ripresa di espansione” e “questo continuare a dire che succederà macelleria sociale e che si scateneranno le piazze non è il modo di approcciare questo discorso”, ha detto. “L’esigenza delle imprese è avere una transizione di competenze”, ha detto il leader degli industriali secondo cui i lavoratori a rischio con la fine del blocco sono “un numero di 100mila, ma gli strumenti per accompagnarli ci sono”. Bonomi ha fatto riferimento al “contratto di espansione” su cui “sono stati fatti dei passi”. Il presidente di Confindustria ha osservato che “non si tratta di licenziamenti, ma accompagnamento alla pensione”.
Una “buona compagnia” aerea è “fondamentale”, ma “non serve solo quello”, ha detto riferendosi alla nuova Alitalia. Secondo il leader degli industriali è necessario “rivedere completamente quel mercato, tutto il quadro. Altrimenti creiamo le condizioni per far fallire anche la nuova opportunità che arriva”.
Infine, un messaggio di speranza dopo i mesi più bui. “Ci sono le condizioni per un piccolo miracolo economico, credo che sfonderemo il 5%” di crescita del PIL nel 2021, ha sottolineato il numero uno degli Industriali dichiarandosi “molto ottimista”.