(Teleborsa) – Va avanti il dibattito sulla proroga dello stop ai licenziamenti mentre il decreto Sostegni bis prosegue il suo iter in Parlamento, in particolare alla Camera, dove sono stati depositati circa 4mila emendamenti. Per il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, una strada percorribile resta quella del blocco selettivo, “però a questo punto credo che la discussione debba passare soprattutto nel confronto tra le forze politiche”. Ai microfoni di Radio 1, ad “Un giorno da pecora”, il ministro ha infatti sottolineato che non è inutile fare ipotesi che non possono contare su una maggioranza. “Il problema fondamentale è capire qual è il meccanismo più utile ad attenuare, a ridurre rischi e traumi”, indicando che i possibili licenziamenti successivi al ritiro del blocco potrebbero aggirarsi intorno ai 70mila.
Tra gli emendamenti presentati in tema di blocco dei licenziamenti c’è anche quello depositato dal Partito Democratico: tredici settimane di cassa Covid aggiuntiva, dal primo luglio a fine settembre, per le imprese che sottoscrivono un apposito accordo con le organizzazioni sindacali e che appartengono ai settori ancora in crisi, individuati con decreto ministeriale dei ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, con contemporaneo blocco delle procedure di licenziamento.
“I settori più colpiti hanno bisogno di un’ulteriore protezione, per loro e sotto determinati requisiti si può pensare di consentire il blocco dei licenziamenti fino al 31 ottobre”, ha dichiarato anche il presidente dell’INPS Pasquale Tridico in una intervista all’Huffington Post, spiegando che tra i settori per i quali è opportuno allungare il blocco dei licenziamenti c’è “sicuramente il tessile, ma anche la produzione e la vendita di articoli di abbigliamento e delle pelli” quindi “le produzioni di stampe e supporti di registrazione e il settore del tabacco”. E “anche quello della fabbricazione di auto e rimorchiatori è in affanno, ma qui conta soprattutto la crisi strutturale del settore”, ha precisato il presidente dell’INPS.
Di tutt’altro avviso è l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nuova guida del M5S: “la strada non è individuare i settori particolarmente critici: non è con i codici Ateco che si può affrontare l’impatto sul piano occupazionale che le ripartenze avranno. Bisogna, e ci stavamo già lavorando con il Conte 2, riformare integralmente il sistema degli ammortizzatori sociali che è completamente vetusto e introdurre dei meccanismi di protezione dell’occupazione che più che basarsi sui codici Ateco e su settori astrattamente definiti, si basi sui cali di fatturato reali, su criteri circostanziati e precisi”. Per il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, “la polemica sul blocco dei licenziamenti e la sua proroga credo che ormai abbia perso ogni fondamento”. Al Tg5 Bonomi ha spiegato che “i dati economici stanno significando che il Paese è ripartito: per il quinto mese consecutivo la produzione industriale aumenta, nei primi quattro mesi dell’anno l’industria manifatturiera ha assunto 123.000 persone in più. Credo che ormai il Paese sia indirizzato sulla crescita che dovrebbe essere il solo obiettivo che dobbiamo avere tutti noi”.