(Teleborsa) – Negli ultimi anni la domanda di banconote in euro è aumentata costantemente mentre l’uso delle banconote per i pagamenti nei punti vendita fisici è diminuito. Questo fenomeno, denominato “paradosso delle banconote“, è al centro dell’ultimo Bollettino economico della Banca centrale europea, che ha provato a spiegarne la genesi.
Alla fine del 2020 circolavano più di 1.400 miliardi di euro di banconote, in aumento dell’11% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, solo circa un quinto di tale importo viene utilizzato per transazioni all’interno dell’area valutaria. Quello che a prima vista può sembrare un evidente paradosso può essere spiegato dalla domanda di banconote come riserva di valore nell’area euro unita alla domanda di banconote in euro al di fuori del Vecchio Continente.
Lo studio della BCE sottolinea infatti che tra il 30% e il 50% del valore delle banconote in euro è detenuto fuori dall’eurozona nel 2019 e questa quota è aumentata negli ultimi anni. L’euro è usato come riserva di valore in molti Paesi in via di sviluppo, caratterizzati da infrastrutture di pagamento sottosviluppate, mancanza di accesso ad alternative di risparmio credibili, mancanza di fiducia nelle banche e abitudini profondamente radicate nei confronti nell’utilizzo del contante.
Le stime indicano che tra il 27% e il 50% del valore delle banconote in circolazione è detenuto fisicamente da famiglie, aziende e banche come riserva di valore nell’area euro nel 2019. Ciò significa che le riserve di liquidità per adulto (nonché di banche e società) variano tra 1.270 e 2.310 euro. Inoltre, un terzo delle famiglie dell’eurozona ha tenuto a casa riserve di liquidità nel 2019, per lo più importi piccoli ma in alcuni casi (2%) superiori a 10.000 euro.
La pandemia ha contribuito a far crescere la domanda di banconote. Durante diversi tipi di crisi, sottolinea la BCE, le persone tendono a detenere sempre più contanti e la crisi da Covid-19 non ha fatto eccezione. L’emissione netta di banconote nel 2020 ha iniziato a deviare dal normale tasso di crescita una volta che la pandemia si è diffusa in tutta Europa. Nel 2018 e 2019 l’emissione netta a dicembre è stata di circa 61 miliardi di euro, mentre nel 2020 è stata di oltre 141 miliardi di euro (+130%).
“Come nel caso di altre crisi, l’aumento della domanda di liquidità è stato determinato da motivi precauzionali, sebbene questa domanda provenga principalmente dall’interno dell’area euro – si legge nelle conclusioni del Bollettino economico – In futuro saranno necessarie ulteriori prove per valutare come verrà utilizzato il contante una volta che la pandemia sarà finita”.