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BCE, Lane: “Aumenti prezzi materie prime non sono una minaccia per l'inflazione”

(Teleborsa) – I recenti aumenti delle materie prime non sono una minaccia per l’inflazione. Lo conferma il capo economista della BCE, Philip Lane, in occasione di un webminar dell’Institute of International and European Affairs.

Lane ha spiegato che gli aumenti dei prezzi delle commodities, dovuti a strozzature nelle catene di approvvigionamento, a loro volta determinate da errate previsioni dei player economici, non hanno nulla a che vedere con i fondamentali dell’economia e quindi non rappresentano una minaccia di “persistente aumento inflazionistico“.

“Devi guardare al livello, non al cambiamento più recente”, avrebbe detto Lane, secondo il Financial Times, aggiungendo “quando stai uscendo da un buco, sei ancora dentro a un buco”.

L’economista ha poi confermato che la “vera inflazione”, quella che ha a che vedere con l’economia reale, resta orientata a una prospettiva debole. e questo perché sia in Europa che negli Usa i mercati del lavoro restano lontani dai livelli precrisi e “non hanno prospettive i recupero super rapido”. “Nelle nostre ultime stime per il 2023 l’inflazione è all’1,4%, ben sotto il nostro obiettivo, quindi abbiamo tanto lavoro da fare”, ha concluso.

L’intervento del capo economista della BCE ha fornito un assist anche al Premier Mario Draghi, il quale ha affermato che l’aumento dell’inflazione “è solo un problema di domanda e offerta“, perché “quando hai strozzature non previste hai ricadute sui prezzi, ma questa non è inflazione” è solo un problema “temporaneo” perché la disoccupazione è ancora alta.

“Molto di quello che vediamo ora è l’inversione di quanto abbiamo visto lo scorso anno” quando l’inflazione era scivolata in territorio negativo” – ha spiegato il Premier aggiungendo – “la buona notizia è che la ripresa è più forte del previsto” e che molte industrie sono state “troppo pessimiste” nel gestire le scorte.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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