(Teleborsa) – “L’inflazione rimarrà al di sopra del nostro obiettivo per la maggior parte del 2022, ma è probabile che diminuisca nel corso del prossimo anno. Allo stesso tempo, visti i progressi nella ripresa economica e verso il nostro obiettivo di inflazione a medio termine, possiamo interrompere gli acquisti netti nell’ambito del PEPP a marzo. Ma è ancora necessario un accomodamento monetario, compresi gli acquisti netti nell’ambito dell’APP e la nostra forward guidance sui tassi di interesse, affinché l’inflazione si stabilizzi al nostro obiettivo di inflazione del 2% nel medio termine”. È il messaggio che ha lanciato la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, nella conferenza stampa post-meeting della BCE. Le decisioni del consiglio direttivo sono state prese a “grande maggioranza”, ha risposto a una domanda sul tema, pur ammettendo che ci sono stati alcuni membri che non era d’accordo su alcuni punti.
L’impatto della variante Omicron
“La variante Omicron avrà un impatto sull’Eurozona, ma le nostre economie sono diventate più efficaci nel rispondere alla pandemia, ondata dopo ondata – ha detto la numero uno di Francoforte – L’economia è quindi più resiliente. La nuova variante potrebbe avere un impatto sulla domanda, con le persone che spendono meno, ma anche sull’offerta, quindi c’è grande incertezza sul suo impatto. Per questo è importante mantenere flessibilità e facoltatività nel nostro operato”. “Le incertezze non derivano solo da Omicron – ha però aggiunto Lagarde – ma anche dalla quarta e quinta ondata che sta investendo molti paesi europei. La ripresa significativa e l’inflazione che si muove verso il nostro target si scontrano con i problemi alla supply chain e con gli elevati prezzi dell’energia”.
Lo spettro di nuove restrizioni
Per quanto riguarda la salute dell’economia, Lagarde ha sottolineato che “l’attività economica è stata moderata nell’ultimo trimestre dell’anno e questa crescita più lenta dovrebbe estendersi alla prima parte del prossimo anno“. La previsione è ora che la produzione supererà il livello pre-pandemia nel primo trimestre del 2022. “Per far fronte all’attuale ondata di pandemia, alcuni paesi dell’area euro hanno reintrodotto misure di contenimento più severe – ha evidenziato – Questo potrebbe ritardare la ripresa, soprattutto nei viaggi, nel turismo, nell’ospitalità e nello spettacolo. La pandemia sta pesando sulla fiducia dei consumatori e delle imprese e la diffusione di nuove varianti del virus sta creando ulteriore incertezza. Inoltre, l’aumento dei costi energetici è un vento contrario per i consumi“.
Le previsioni macroeconomiche
La BCE prevede “un forte rimbalzo della crescita nel corso del 2022”. Le nostre nuove proiezioni dell’Eurosistema stimano una crescita annua del PIL reale del 5,1% nel 2021, del 4,2% nel 2022, del 2,9% nel 2023 e dell’1,6% nel 2024. Rispetto alle proiezioni di settembre, le prospettive sono state riviste al ribasso per il 2022 e al rialzo per il 2023.
Le nuove proiezioni vedono un‘inflazione annua al 2,6% nel 2021, al 3,2% nel 2022, all’1,8% nel 2023 e all’1,8% nel 2024, significativamente più alta rispetto alle precedenti proiezioni di settembre. Si prevede che l’inflazione al netto di cibo ed energia raggiungerà una media dell’1,4% nel 2021, dell’1,9% nel 2022, dell’1,7% nel 2023 e dell’1,8% nel 2024, anch’essa superiore rispetto alle proiezioni di settembre. “L’inflazione dovrebbe rimanere elevata nel breve termine, ma prevediamo che diminuisca nel corso del prossimo anno”, ha detto durante la conferenza stampa l’ex ministra dell’Economia. “La ripresa dell’inflazione riflette principalmente un forte aumento dei prezzi di carburante, gas ed elettricità. A novembre, l’inflazione energetica ha rappresentato più della metà dell’inflazione primaria”, ha aggiunto.
Il grande mutamento nelle stime
La presidente della Banca centrale europea è stata incalzata sull’incertezza delle stime macroeconomiche e sul fatto che fossero molto diverse da quelle precedenti. “La nostra stima dell’inflazione per il 2022 è significativamente maggiore di quella di settembre”, ha ammesso, prima di suggerire che bisogna analizzare attentamente i motivi sottostanti a questo aumento. “Se guardiamo a quello che c’è dietro, per 2/3 l’aumento è da ricondurre ai prezzi dell’energia, che non puoi prevedere in anticipo – ha spiegato – Il loro andamento è influenzato da mosse geopolitiche e da fattori climatici (il poco vento in alcuni paesi ha spinto all’uso del gas”. Nel fare le previsioni, la BCE prova “a non guardare solo ai modelli, ma contattare imprenditori, PMI, grandi aziende, chiedendo loro informazioni sulle tempistiche di consegna e sui problemi alla catena di approvvigionamento”.