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BCE, dati disponibili a meeting dicembre non risolveranno incertezze su inflazione

(Teleborsa) – La Banca centrale europea (BCE) prevede che gli acquisti netti nell’ambito del PEPP (il piano di acquisti messo in campo durante la pandemia) “dovrebbero concludersi entro marzo 2022“, e che i dati macroeconomici che saranno disponibili nel meeting di dicembre “non risolveranno tutte le incertezze relative alle prospettive di inflazione a medio termine”. Sono le informazioni più rilevanti che emergono dai verbali della riunione del Consiglio direttivo del 28 ottobre. In quell’occasione, Francoforte aveva mantenuto invariata la politica monetaria e ha escluso un aumento dei tassi d’interesse nel 2022, pur riconoscendo che l’inflazione richiederà più tempo del previsto prima di calare.

“Si è considerato importante che il Consiglio direttivo mantenga sufficiente opzionalità per permettere future azioni di politica monetaria, anche oltre il meeting di dicembre”, si legge nei verbali, dove viene evidenziato che tutti i membri hanno concordato nel continuare a condurre acquisti netti di attività nell’ambito del PEPP a un ritmo moderatamente inferiore durante l’ultimo trimestre dell’anno rispetto ai due trimestri precedenti, pur confermando tutte le altre misure di politica monetaria. Le aspettative per la riunione del 16 dicembre sono per una riduzione graduale degli acquisti del programma PEPP e la valutazione di un incremento degli acquisti con altri programmi.

I membri del Consiglio direttivo hanno “ampiamente concordato” sull’andamento a forma di gobba previsto nelle prospettive di inflazione a breve termine, esprimendo “fiducia” che gli effetti dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle strozzature dell’offerta saranno temporanei, anche se il calo dell’inflazione nel 2022 richiederà ora più tempo del previsto. Sebbene fosse necessario riconoscere un aumento dei rischi al rialzo per l’inflazione, “è stato ritenuto importante per il Consiglio direttivo evitare una reazione eccessiva e un’inazione ingiustificata e mantenere un’opzionalità sufficiente nel calibrare le sue misure di politica monetaria per affrontare tutti gli scenari di inflazione che potrebbero svelare”.

Nei verbali emerge che i banchieri centrali dell’eurozona pensano che le proiezioni dell’Eurosistema di dicembre 2021 evidenzieranno probabilmente visto una revisione al ribasso della crescita del PIL reale per il 2021, anche se questo potrebbe essere solo parte di un cambiamento temporale, con una crescita inferiore nella seconda metà del 2021 e una crescita maggiore nel 2022.

Nel loro scambio di opinioni, i membri del Consiglio direttivo hanno anche discusso di stagflazione, in relazione ai rischi per le prospettive economiche. “È stato sottolineato che le prospettive attuali sono chiaramente prive dell’elemento di stagnazione – si legge nelle minute – La dinamica della crescita sta diminuendo, ma all’interno di una ripresa ancora forte e con robusti tassi di crescita dell’attività, ben al di sopra della crescita potenziale” e “anche i prezzi dei mercati azionari sono stati visti come un fattore che non quadra con la stagflazione”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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