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BCE, aumento costi di trasporto avrà impatto modesto su ripresa globale

(Teleborsa) – Il forte rimbalzo dell’attività manifatturiera globale nella seconda parte del 2020 (ad un livello maggiore delle attese) e le prospettive di ripresa della prima parte del 2021 hanno causato un forte aumento degli ordini internazionali e determinato alcuni colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento. Queste frizioni – secondo un nuovo studio della BCE – si sono manifestate nell’aumento dei tempi di consegna e nei maggiori costi del trasporto merci marittimo internazionale. I ricercatori della Banca centrale si sono però chiesti in che misura questi problemi possono contribuire all’aumento dell’inflazione.

Di solito gli importatori trasferiscono parte dell’aumento dei costi di trasporto sui consumatori attraverso prezzi più elevati, che potrebbero dar luogo a pressioni inflazionistiche. L’analisi della BCE suggerisce però che, dopo un anno, il trasferimento dei prezzi di spedizione nell’inflazione degli Stati Uniti (Paese preso come riferimento nello studio) è piuttosto limitato. “Anche un aumento annuo del 50% dell’indice Harpex (un benchmark internazionale per i costi dei trasporti marittimi), simile a quello registrato fino al gennaio 2021, potrebbe aumentare l’inflazione annuale solo fino a 0,25 punti percentuali un anno dopo – rileva la BCE – L’entità di questo effetto è spiegata anche dal fatto che i costi di spedizione internazionale rappresentano solo una quota relativamente piccola del costo finale della produzione.

La previsione è quindi che l’aumento dei costi di trasporto avrà un impatto modesto sull’attività economica globale. Inoltre, man mano che l’offerta si adegua all’aumento della domanda, i costi di trasporto potrebbero diminuire di nuovo. Nel complesso, costi di spedizione più elevati e tempi di consegna più lunghi hanno causato attriti temporanei nelle catene di approvvigionamento, ma questi colli di bottiglia dovrebbero ritardare ma non far deragliare la ripresa globale. Allo stesso tempo – sottolinea lo studio nelle sue conclusioni – con la fine dei lockdown i consumatori dovrebbero riequilibrare i loro acquisti favorendo i servizi, e quindi allentando l’attuale pressione su certe categorie di beni.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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