(Teleborsa) – Nel presentare la revisione della propria strategia di politica monetaria, e in particolare il nuovo obiettivo di inflazione al 2%, la BCE ha posto molta attenzione sulla maggiore chiarezza nella comunicazione. Il nuovo obiettivo d’inflazione simmetrico potrebbe però vedere applicazione già nei prossimi mesi, quando la BCE avrà il margine di manovra necessario per rimanere rilassata quando l’inflazione dell’Eurozona si avvicinerà molto probabilmente al 3% entro la fine dell’anno.
Nonostante la portata storica del cambiamento di strategia – è il primo dal 2003 – gli analisti stanno commentando con una certa cautela le novità. “La BCE può anche essere all’avanguardia incorporando esplicitamente il cambiamento climatico nel quadro della politica monetaria, ma sta seguendo la scia della Bank of Japan e della FED per quanto riguarda i cambiamenti ai target di inflazione”, ha dichiarato Andrew Mulliner, Head of Global Aggregate di . “La BCE può sperare che questi aggiustamenti siano in grado di persuadere mercati e cittadini, ma la prova dal Giappone (dove l’inflazione resta contenuta cinque anni dopo la riforma, ndr) è che le dichiarazioni da sole non bastano ad affrontare le sfide di un’inflazione bassa”.
Rimangono inoltre ancora punti da chiarire sulla nuova strategia. “La presidente Lagarde non ha chiarito se la BCE mira effettivamente a creare periodi transitori in cui l’inflazione è moderatamente al di sopra dell’obiettivo per bilanciare i periodi al di sotto, ma ha piuttosto insistito nella dichiarazione scritta”, ha commentato Reto Cueni, Chief Strategist di . Cio “sembra aver deluso alcune aspettative del mercato per una dichiarazione più dovish“, ha aggiunto Cueni, anche perchè diverso dalla nuova strategia di politica monetaria della FED che ha detto che “in seguito a periodi in cui l’inflazione è rimasta costantemente al di sotto del 2%, una politica monetaria appropriata mirerà probabilmente a raggiungere un’inflazione moderatamente superiore al 2% per qualche tempo”.
Secondo Annalisa Piazza, Fixed-Income Research Analyst di MFS Investment Management, “le colombe all’interno della BCE (cioè Panetta e Lane) hanno chiaramente ottenuto ciò che ultimamente avevano segnalato di frequente”. “Lagarde sta lasciando la porta aperta per un’ulteriore azione decisa, se l’inflazione a medio termine non dovesse migliorare nei prossimi trimestri – ha spiegato – Il PEPP è stato definito ” vigoroso” e, come tale, non saremmo sorpresi se la BCE mantenesse uno strumento simile (o aggiustasse il programma APP di conseguenza) fino a quando l’inflazione non si sposterà costantemente al 2% nel medio termine”.
La BCE ha inoltre adottato “un approccio pragmatico e cauto” verso l’inclusione dei rischi derivanti dal cambiamento climatico all’interno del proprio quadro di politica monetaria, lasciando la porta aperta a una posizione più attiva in futuro, secondo S&P Global Ratings. “Scegliendo di concentrarsi sulle informazioni e sui rischi legati ai cambiamenti climatici piuttosto che penalizzare attivamente gli asset non green, la BCE può evitare problemi legati al suo obiettivo di neutralità ed efficienza del mercato – hanno commentato Sylvain Broyer e Sylvain Broyer – Considerando le dimensioni del bilancio della BCE, il mercato delle obbligazioni verdi è probabilmente troppo piccolo in questa fase per consentire una discriminazione degli attivi efficiente e neutrale. E una mossa in quella direzione potrebbe alimentare il greenwashing“.