(Teleborsa) – Entra nel vivo la settimana cruciale per le Banche centrali. Domani i fari sono puntati sulla Federal Reserve, giovedì sulla Bce e sulla Banca d’Inghilterra, mentre mercoledì sarà la Banca del Giappone a chiudere la serie delle “big”. E in questi giorni, in vista delle decisioni chiave per il futuro delle politiche monetarie e delle conseguenti possibili ricadute, la tensione sui mercati finanziari è palpabile.
Sul fronte della Fed c’è attesa per la decisione sul tapering. L’istituto di Washington, accusato di non aver invertito la rotta di fronte alla crescita dell’inflazione, dovrebbe avviare il percorso di progressiva rimozione dello stimolo monetario. Una decisione annunciata che sembra, ormai, inevitabile con il carovita che negli Stati Uniti a novembre è salito al 6,8%. Le decisioni verranno comunicate alle 20 italiane insieme alle nuove previsioni su economia e inflazione mentre alle 20.30 è prevista la conferenza stampa del presidente Jerome Powell. Mercati operatori si attendono che in questa occasione la banca centrale Usa fornisca indicazioni più chiare sulle future manovre di leggero inasprimento della linea, per contrastare i forti rialzi inflazionistici.
A Francoforte la Bce dovrà, invece, decidere sui due programmi di quantitative easing, il Pepp e il Paa. Se verrà confermata a fine marzo 2022 la conclusione del programma di acquisti di titoli anticrisi Pepp la Banca centrale europea sarà anche chiamata a tracciare la nuova strategia. Secondo diversi analisti è possibile che, per evitare un inasprimento indesiderato delle condizioni finanziarie, il Paa subirà un aumento temporaneo, da 20 a 50 miliardi di euro al mese, fino al 2023. Le decisioni di politica monetaria verranno comunicate alle 13.45 mentre alle 14 e 30 la presidente, Christine Lagarde riferirà delle previsioni aggiornate su economia e inflazione. Ma non si attendono grandi cambi di passo. Lagarde ha, infatti, più volte ribadito che nell’area euro bisogna mantenere lo stimolo monetario e che l’alta inflazione ha natura transitoria. Intanto, tuttavia, il carovita nell’area euro a novembre ha raggiunto il 4,9%.