(Teleborsa) – Non accenna a finire, e anzi riprende nuovo vigore, la carenza di semiconduttori che ostacola l’industria automobilistica globale. Nell’arco di poche ore tre dei maggiori costruttori al mondo – , e – hanno annunciato nuove interruzioni nelle loro linee di assemblaggio per le prossime settimane. Un quarto, , ha detto di non poterlo escludere. A peggiorare una situazione già difficile ha contribuito un aumento dei casi di coronavirus in Asia (Giappone, Filippine, Thailandia, Vietnam e Malesia), area che svolge un ruolo fondamentale nella produzione di chip, componenti e prodotti di elettronica per il comparto auto.
L’impatto maggiore è quello segnalato da Toyota: la più grande casa automobilistica del mondo ridurrà del 40% la sua produzione globale nel mese di settembre. Il gruppo giapponese ha detto che costruira 540.000 veicoli il mese prossimo, in calo rispetto ai 900.000 originariamente previsti. I tagli alla produzione riguarderanno tutte le operazioni globali dell’azienda, dagli stabilimenti in Nord America a quelli in Cina, da quelli giapponesi a quelli europei.
“È diventato difficile garantire il volume necessario per diverse componenti, il che ha portato a questo taglio improvviso e su larga scala della produzione”, ha affermato Kazunari Kumakura, capo degli acquisti globali di Toyota. Grazie a una politica di inventario che risale a dieci anni fa – dal terremoto del 2011 e dal disastro nucleare di Fukushima – la società era finora riuscita in gran parte a evitare i tagli alla produzione che hanno pesato sui suoi concorrenti da inizio anno.
Ford, con sede negli Stati Uniti, ha dichiarato che uno dei suoi stabilimenti interromperà l’assemblaggio del suo pick-up F-150 per una settimana a partire da lunedì. La causa è “una carenza di parti relativa ai semiconduttori a causa della pandemia di Covid-19 in Malesia”, ha dichiarato al Financial Times Kelli Felker, responsabile della produzione e delle comunicazioni del lavoro.
General Motors ha invece aggiunto o esteso i tempi di fermo alle linee di produzione in tutto il Nord America. La casa automobilistica ha dichiarato di stare adeguando i propri programmi negli Stati Uniti, in Messico e in Canada a causa di “vincoli di fornitura di semiconduttori dai mercati internazionali che subiscono restrizioni legate al Covid-19”. Tra i modelli prodotti negli stabilimenti impattati ci sono la Cadillac XT5, la GMC Acadia e la Chevrolet Blazer.
Volkswagen si è limitata a dire di non poter escludere ulteriori problemi alle sue linee di produzione a causa della carenza di chip. “Al momento prevediamo che la fornitura di chip nel terzo trimestre sarà molto volatile e limitata – ha detto un portavoce della società a Reuters – Non possiamo escludere ulteriori modifiche alla produzione”. Il gruppo con sede a Wolfsburg si aspetta un miglioramento della situazione entro la fine dell’anno e punta a recuperare il terreno perso a causa della carenza di chip nel secondo semestre.