(Teleborsa) – Anche l’artigianato “di qualità” potrà pregiarsi del marchio “D.O.C.”, che non sarà più appannaggio esclusivo del comparto agroalimentare, ma un concetto più ampio sinonimo dello stile e qualità caratteristici del Made in Italy.
E’ quanto previsto da un disegno di legge bipartisan all’esame della commissione Industria del Senato in sede redigente, che potrebbe seguire un iter accelerato ed arrivare al primo via libera in Senato a settembre. La ratio del provvedimento è chiara: difendere i prodotti dell’artigianato artistico e le botteghe storiche e favorire la trasmissione “saper fare artigiano” alle future generazioni facendo entrare i maestri artigiani nelle scuole.
La legge prima firma di Stefano Collina (Pd) prevede una dotazione di 60 milioni per introdurre incentivi fiscali ad hoc: una cedolare secca al 10% sugli affitti dei laboratori artigiani e sgravi fiscali fino al 150 percento per i contratti di apprendistato attivati.
Il provvedimento garantirà anche alle botteghe artigiane lo status di scuola, garantendo una estensione dell’esperienza scuola-lavoro ed esperienze combinate di formazione ed occupazione direttamemnte in bottega, e la trasmissione alle future generazioni dei “saperi artigiani”, che non dovranno essere perduti. Inoltre è previsto che per istituiti tecnici e licei artistici siano introdotte “attività di didattica laboratoriale”.
Il provvedimento consta di 10 articoli e disciplina anche lo status di laboratorio artigiano, diverso dall’attività creativa svolta in forma di hobby e quindi in maniera saltuaria e occasionale . Al MISE il compito di distinguere fra le attività e di creare una nuova etichetta con la “denominazione di origine e qualità” per i prodotti che presentino “determinate caratteristiche in termini di valore creativo ed estetico”.