(Teleborsa) – Nel 2020 prosegue il calo della durata e del numero delle interruzioni senza preavviso di elettricità. Complessivamente ai consumatori verranno restituiti oltre 9 milioni di euro dagli operatori come penalità per i disservizi. “Bene, ottima notizia” afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati Arera. Tuttavia per Vignola sono necessarie azioni più incisive a tutela degli utenti.
“Il problema – spiega Vignola – è che gli indennizzi sono ancora troppo bassi. In caso di interruzioni di durata superiore al tempo previsto dagli standard fissati dall’Autorità, il cliente con potenza inferiore o uguale a 6 kW ha diritto a un indennizzo automatico di 30 euro, aumentato di 15 euro ogni ulteriori 4 ore di interruzione, fino a un tetto massimo di 300 euro. Ebbene, non solo l’importo di 30 euro andrebbe alzato, ma anche il tempo massimo di ripristino è troppo alto. Se nei Comuni con più di 50mila abitanti non deve superare le 8 ore consecutive, un tempo abbastanza congruo, in quelli con meno di 5mila abitanti si sale addirittura a 12 ore, un’eternità. Inoltre, gli indennizzi non sono pagati da tutte le imprese distributrici, ma solo da quelle più grandi con almeno 15mila utenti connessi in bassa tensione. Da tempo – sottolinea Vignola – chiediamo una razionalizzazione del numero dei distributori e un monitoraggio della qualità del servizio allargato per verificare il rispetto dei requisiti di qualità”.
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