(Teleborsa) – Trasformare gli impianti di depurazione in vere e proprie “bioraffinerie urbane”, in grado di estrarre dai liquami e dai fanghi di depurazione risorse idriche e materiali da utilizzare in altri settori economici, come ad esempio l’agricoltura (acqua per l’irrigazione, fertilizzanti, etc.), o per la produzione di energia (ad esempio biometano). Questa la proposta contenuta in un documento messo a punto da un gruppo di lavoro composto da Enea, Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Università di Bologna.
Obiettivo del documento presentato al webinar “Il ciclo dell’acqua e l’economia circolare” – si legge in una nota – “è promuovere una strategia nazionale di gestione delle acque reflue nell’utilizzo delle risorse idriche, in linea con le direttrici del Recovery Plan e per la transizione verso un modello di economia circolare”.
“L’economia circolare – sottolinea Luigi Petta, responsabile del Laboratorio Enea di Tecnologie per riuso, riciclo, recupero e valorizzazione di rifiuti e materiali – può rappresentare l’elemento chiave per una nuova gestione delle acque reflue, a fronte di una sempre minore disponibilità della risorsa idrica dovuta ai cambiamenti climatici e all’attuale contesto normativo ed economico”.
Il gruppo di lavoro si propone di sviluppare anche studi, programmi e linee guida a supporto delle pubbliche amministrazioni e per creare opportunità di sviluppo dei territori.