(Teleborsa) – Durante la pandemia, nonostante la liquidità ottenuta tramite nuovi finanziamenti, le grandi multinazionali hanno ridotto i dividendi nella misura di 130 miliardi di dollari, limitato gli investimenti in capitali, incassato centinaia di miliardi di dollari dagli azionisti e dalla vendita di asset e hanno contenuto le operazioni di buy-back. Tutto ciò sta però per subire un’inversione di tendenza: secondo , ci sarà un vero e proprio boom di capex, distribuzione di dividendi e riacquisti di azioni nel secondo semestre del 2021 e oltre.
Secondo l’analisi del gruppo britannico di gestione patrimoniale, il debito societario complessivo è salito del 10% raggiungendo la cifra record di 13.500 miliardi nel 2020, ma tra gennaio e giugno 2021 le aziende non hanno contratto pressoché alcun debito dato che i Paesi industrializzati guardano già oltre la pandemia. Inoltre, le aziende non hanno toccato la liquidità ottenuta attraverso nuovi prestiti dato che hanno conservato le riserve di cassa durante la pandemia, per cui l’indebitamento netto (debito totale meno disponibilità liquide), non è aumentato.
Tale parsimonia – sottolinea il Corporate Debt Index annuale di Janus Henderson – ha fatto sì che l’indebitamento societario globale netto (debito totale meno liquidità) sia aumentato solo di 151 miliardi di dollari, chiudendo l’anno a 83.000 miliardi di dollari (rispetto agli 81.500 miliardi di dollari di un anno fa). Al netto delle correzioni per i tassi di cambio, l’aumento è stato di soli 36 miliardi di dollari.
Per il 2021, Janus Henderson prevede che l’indebitamento complessivo rimanga sostanzialmente invariato, ma che l’indebitamento netto salga rapidamente dal momento che le aziende inizieranno a spendere parte della liquidità accumulata. L’indebitamento netto è destinato a salire di 500-600 miliardi di dollari quest’anno per attestarsi a un totale di 8.800-8.900 miliardi di dollari.
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