Il riscatto della laurea amplia i confini e perde il requisito più restrittivo del limite anagrafico. A chiarire la novità è l’Inps con la circolare 6 del 22 gennaio 2020. La possibilità di recuperare gli anni di studio universitario nel conteggio del periodo necessario per accedere alla pensione pagando una cifra annua agevolata (5.260 euro per il 2020) non sarà valida solo per gli under 45, ma anche per coloro che superano questa età. Con delle condizioni. Il lavoratore deve optare per la liquidazione dell’assegno pensionistico con il sistema contributivo.
Riscatto laurea accessibile a una platea più ampia
La novità contribuirà a un boom ulteriore dell’accesso alla misura prevista dal primo governo Conte, che finora – secondo l’ultimo bilancio Inps – ha dato slancio alle richieste per il recupero di anni e contributi ai fini della pensione. Nel 2019 sono arrivate quasi 70mila domande: 29mila per il riscatto ordinario della laurea, 35mila per quello agevolato e 5mila per la pace contributiva. Un boom rispetto al 2018 (quando l’unica possibilità era il riscatto ordinario della laurea): due anni fa arrivavano in media 2.320 richieste al mese, contro una media di 6.321 del 2019.
Riscatto laurea, le novità: un esempio pratico
Prendiamo un uomo che ha studiato dal 1994 al 1997: con l’interpretazione precedente poteva riscattare solo gli ultimi due anni (1996 e 1997). Con la recente circolare Inps invece la possibilità di riscatto agevolato è valida per tutti e 4 gli anni, compresi quelli precedenti al 1996. Ad una condizione: il lavoratore deve optare per la liquidazione dell’assegno pensionistico con il sistema contributivo accantonati dal 1996.
Il riscatto dei periodi di studio universitario svolti entro il 1995 può essere fatto con il metodo contributivo se l’interessato prima (o contestualmente) chiede che tutta la pensione sia calcolata con questo sistema. L’opzione al contributivo può essere esercitata a condizione che il lavoratore abbia meno di 18 anni di contributi entro il 31 dicembre 1995, ma almeno 15 anni di contributi di cui cinque ricadenti in un sistema contributivo.
Riscatto laurea agevolato, le novità
La circolare 6 del 22 gennaio 2020 conferma la possibilità di riscattare la laurea anche a chi abbia svolto gli studi prima del 1996 purché rientri nei requisiti previsti dalla legge Dini, che sono:
- meno di 18 anni versati prima del 31.12.1995;
- almeno 15 anni di contributi versati complessivamente al momento della richiesta di riscatto;
- almeno 5 anni nel periodo contributivo, post 1995.
Il lavoratore interessato dovrebbe dunque optare per il metodo contributivo, molto meno generoso dal punto di vista dell’importo dell’assegno pensionistico. Il vantaggio è quello di poter anticipare di 4 o 5 anni il raggiungimento dei requisiti per la pensione.
Riscatto laurea, i limiti
Chi sceglie di utilizzare il riscatto laurea deve stare attento ai calcoli per valutare la convenienza. Da una parte ha sempre la sicurezza di anticipare la pensione (di un numero di anni pari a quelli del corso di studi), anche quando l’operazione fa scattare il diritto in data antecedente alla domanda di riscatto. Può invece non avere vantaggi sul fronte dell’importo.
La circolare indica un limite nella possibilità di attivare il riscatto laurea contributivo per chi pur avendo iniziato a versare dopo il 1996, riscattando la laurea e quindi anticipando l’uscita dal lavoro, acquisti la possibilità di utilizzare il sistema misto. Per queste persone il passaggio diventa doppio, da contributivo a misto a contributivo nuovamente. Diventa molto difficile in questo caso valutare la convenienza del riscatto degli anni di studio perché i calcoli da simulare sono molto complessi.
Riscatto laura e Opzione donna
La categoria per la quale questa scelta è particolarmente conveniente è quella delle lavoratrici con i requisiti per l’anticipo pensionistico Opzione donna, in quanto questo sistema prevede comunque la conversione del metodo contributivo. Riporta la circolare Inps: “le lavoratrici che abbiano maturato, entro il 31 dicembre 2018, un’anzianità contributiva minima di 35 anni e un’età anagrafica minima di 58 anni se lavoratrici dipendenti, e di 59 anni se lavoratrici autonome, possano accedere alla pensione anticipata secondo le regole di calcolo del sistema contributivo. Le donne che intendano esercitare l’opzione di cui all’articolo 16 del D.L. n. 4/2019, possono chiedere che l’onere di riscatto dei periodi, che in assenza dell’opzione in parola sarebbe stato determinato con il sistema della riserva matematica, sia determinato secondo il criterio del calcolo a percentuale”.
La richiesta di riscatto laurea deve essere presentata all’atto del pensionamento, ossia contestualmente alla domanda di pensione recante la scelta della lavoratrice di accesso alla c.d. opzione donna.