Bene le politiche fiscali, male il sistema pensionistico ed in particolare Quota 100: è questa in sintesi la ‘pagella’ sull’Italia all’interno del rapporto della Commissione UE che monitora cotantemente l’avanzamento delle correzioni delle criticità nazionali. L’Italia ha fatto qualcosa, ma sul percorso di riforme molto resta ancora da fare.
Nell’ultimo anno i governi giallo-verde e giallo-rosso hanno fatto alcune cose nella giusta direzione nella lotta all’evasione e qualche passo avanti in politiche a sostegno dei giovani e gruppi vulnerabili. Per il resto, l’Italia resta un sorvegliato speciale. Gli Stati come quello italiano, sottolinea il vicepresidente esecutivo per l’Economia al servizio delle persone, Valdis Dombrovskis, “devono continuare le riforme per permettere alla nostra economia di rispondere alle sfide del futuro, devono ridurre il debito, aumentare la produttività e fare i giusti investimenti”.
Pensioni: Quota 100 non va
Si contesta all’Italia di “non aver attuato in pieno le passate riforme” pensionistiche, con particolare riferimento in negativo a Quota 100. La misura, ritenute non idonee a Bruxelles, non si è mostrata utile a creare spazio a favore della crescita sociale e della crescita in generale.
Bene le politiche fiscali
Nel rapporto si rilevano “progressi sostanziali” nel contrasto all’evasione fiscale, con particolare sostegno alle misure messe in atto contro la mancata fatturazione ed il rafforzamento dell’utilizzo dei pagamenti elettronici. Si accoglie anche con favore l’aver stabilito soglie legali più basse per i pagamenti in contanti.
Servono liberalizzazioni
In generale, il mercato italiano resta ancora troppo chiuso. Servono liberalizzazioni, e si sottolinea come nessun progresso sia stato fatto nell’ultimo anno per affrontare le restrizioni alla concorrenza, in particolare nel settore del commercio al dettaglio e nei servizi alle imprese.
Debito troppo alto
Il debito italiano in rapporto al Pil è il secondo più alto dell’Eurozona. A Bruxelles non nascondono che “restano preoccupazioni, in particolare per quei Paesi con elevato debito, perché questa situazione crea situazioni di criticità”. Più ancora si contesta il fatto che in Italia il rapporto debito/Pil è ancora in aumento nonostante le regole impongano di ridurlo. Si guarda comunque con favore ai piani del governo, che si ritiene “stiano diventando più compatibili con la riduzione del debito”.