Cresce l’interesse degli investitori “informali” per le PMI italiane e per le startup innovative, vero motore dell’economia italiana, costellata da piccole e medie aziende, ai più sconosciute, con prospettive di crescita e progetti di business vincenti. Lo confermano i dati dei flussi di investimenti diretti a sostenere le PMI con capitale di rischio.
L’Italia ci crede
Con il recente Decreto Rilancio il governo italiano ha puntato anche sul settore dell’innovazione e delle startup per sostenere la ripartenza economica italiana dopo l’emergenza Covid-19, destinando all’intero comparto 1 miliardo di euro di risorse tra misure di sostegno e incentivi all’investimento.
Nel Decreto viene riconosciuto anche un innalzamento della detrazione fiscale dal 30 al 50% sui capitali investiti dagli “investitori informali” fino a 100mila euro, su proposta di IBAN, l’Associazione italiana dei Business Angels, che si propone quale punto di riferimento per gli investitori privati, per i network nazionali e per i Club di Investitori.
Questo quadro normativo incentiva l’investimento nelle PMI italiane, oggi più che mai bisognose di sostegno dopo lo choc provocato dall’emergenza Covid-19.
Investimenti in continua crescita
I dati che emergono dall’annuale monitoraggio del settore evidenziano diversi trend positivi. Secondo la Survey IBAN 2019, l’annuale analisi sul mercato italiano dell’informal venture capital o angel investing condotta dall’Associazione IBAN, con la supervisione scientifica del professor Vincenzo Capizzi dell’Università del Piemonte Orientale e della SDA Bocconi, la cifra investita nel 2019 raggiunge un totale di 52,7 milioni di euro, suddivisi in 88 operazioni.
Anche il 2019 infatti si è registrata una forte crescita degli investimenti realizzati unicamente dai Business Angels italiani, come singoli o in syndication con altri Angels, anche tramite BAN (Business Angels Network) o Club d’investitori, segnando un più 32,7% rispetto al 2018. Un ulteriore aumento che consolida la crescita degli investimenti diretti degli Angels italiani, che nel 2018 era stata del 75%.
La cifra totale di risorse immesse nel mercato negli ultimi due anni è più che raddoppiata ed è aumentata anche la dimensione delle operazioni. La dimensione media degli investimenti fatti dagli Angels italiani è mediamente in crescita rispetto al 2018, con più del 50% delle operazioni che supera i 100mila euro e il 26% degli investimenti che vanno oltre il mezzo milione di euro. Nel 2019 gli Angels italiani hanno investito mediamente 220mila euro in ogni società target, continuando a preferire le società in fase di startup (66%) rispetto a quelle in fase di seed (34%).
“Oltre all’apporto finanziario – sottolinea Paolo Anselmo, presidente di IBAN – c’è anche un impegno diretto da parte di molti Angels per dare un contributo imprenditoriale e manageriale alle neo imprese, in una fase in cui le scelte gestionali sono spesso fondamentali per il successo dell’azienda. L’angel investing in Italia si sta dimostrando sempre più dinamico ed è arrivato a superare quello francese in termini di investimenti. Nell’ultimo anno infatti gli Angels francesi hanno fatto investimenti diretti per circa 43 milioni contro i quasi 53 di quelli italiani, a fronte di un numero di investitori che in Francia è anche superiore, ossia 5500 circa contro i 5000 che ogni anno investono in startup e pmi innovative in Italia”.
Il contributo di venture capital e crowdfunding
Accanto a operazioni portate avanti esclusivamente da Business Angels – rivela l’indagine – si affiancano anche interventi in simbiosi con altri protagonisti dell’ecosistema dell’innovazione, come i fondi di Venture Capital oppure attraverso le piattaforme di crowdfunding.
Nel primo caso si tratta nel complesso di 51 operazioni per un totale di 230 milioni di euro investiti, nel secondo caso invece i dati, ottenuti grazie al supporto dell’Osservatorio Crowd-Investing coordinato da Giancarlo Giudici, professore del Politecnico di Milano, raccontano di 1,3 milioni di euro complessivamente stanziati da Angels italiani attraverso 27 operazioni. Soldi e risorse che comunque restano per il momento una quota ancora marginale rispetto all’intero comparto dell’angel investing italiano.
Va forte l’ICT
Il settore che maggiormente ha beneficiato degli investimenti degli Angels è quello dell’ICT che ha catalizzato il 35% degli investimenti nel 2019, in particolare per lo sviluppo di piattaforme di e-commerce relative a beni e servizi. A questo settore segue quello del terziario avanzato, che ha raccolto il 12% degli investimenti degli Angels, con un peso rilevante dei servizi finanziari, e dei beni di consumo (11% circa). La Survey conferma anche il perdurare dell’interesse degli investitori verso startup che effettuano attività di ricerca e sviluppo nel settore della sanità e delle apparecchiature medicali (8% nel 2019).